27/12/2019 di Redazione

La Russia ora fa sul serio con Runet, la sua rete Internet “privata”

Sono cominciati i test dell’infrastruttura di rete nazionale, alternativa a quella globale. Motivata da ragioni di sicurezza, ma anche potenziale strumento di censura e controllo della popolazione.

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La Russia di Vladimir Putin è nazionalista anche per quanto riguarda Internet. O meglio Internet, attraverso il progetto Runet, potrebbe diventare uno strumento di rafforzamento del nazionalismo, di sicurezza da potenziali attacchi cybercriminali stranieri (questa la motivazione dichiarata del progetto) e anche di controllo e censura. Si parla da mesi di accordi firmati tra il Cremlino e operatori di telecomunicazione russi, ma i primi test vero e proprio sul funzionamento di Runet sono stati completati solo ora. 

Sia Tass sia Pravda hanno riportato la notizia, confermata dalla Bbc, che sono stati condotti diversi esperimenti pratici per dimostrare che l’infrastruttura può resistere ad attacchi che fanno leva su vulnerabilità dell’Internet of Things. I dettagli scarseggiano, si sa solo che i risultati saranno o sono stati presentati dal ministero delle Comunicazioni direttamente a Vladimir Putin.

Ufficialmente, l’iniziativa è finalizzata a permettere al Paese di restare “connesso” e operativo in tutti i suoi servizi poggiati sul Web e su cloud anche in caso di attacchi informatici di grave entità. Dunque è previsto il coinvolgimento di Internet Service Provider locali, che possano restare operativi anche in caso di problemi sulle infrastrutture sottomarine che collegano i data center dei grandi Isp nordamericani all’Europa. 

Viste le politiche di controllo dell’informazione (anche online) portate avanti dal Cremlino, viene spontaneo immaginare altre finalità nascoste dietro al progetto e alla legge che lo sostiene. Stando a dichiarazioni di Putin recentemente rilasciate all’agenzia giornalistica nazionale Tass: “Una Internet libera e la sovranità di Internet: questi concetti non si contraddicono l’un l’altro”. Il presidente afferma che l’iniziativa sia “finalizzata soltanto a prevenire le conseguenze avverse di una totale disconnessione dalla rete globale, il cui controllo è in gran parte all’estero”.

 

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