17/09/2019 di Redazione

La tecnologia “autonoma” di Oracle va alla conquista di Linux

Alla conferenza OpenWorld di San Francisco, la società ha annunciato Oracle Autonomous Linux, un sistema operativo che effettua in automatico il provisioning delle proprie risorse, l’installazione di patch e altre procedure.

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L’obiettivo ultimo di Oracle è quello di realizzare “il primo cloud completo e realmente autonomo al mondo”. Con queste parole Larry Ellison, il presidente e chief technology officer, dal palco della conferenza “OpenWorld” di San Francisco ha contestualizzato il lancio di Oracle Autonomous Linux, un ambiente operativo per sistemi Linux che rende automatiche diverse procedure finora gestibili con l’intervento umano: il provisioning delle risorse, l’installazione di patch, il dimensionamento, il tuning e altro ancora.  

Autonomous Linux è basato su Oracle Linux, la piattaforma software usata nel cloud e nei sistemi ingegnerizzati di Oracle. L’azienda lo definisce come “il primo e solo ambiente operativo autonomo, che elimina la complessità e l’errore umano per garantire ai clienti risparmi, sicurezza e availability come mai prima d’ora”. 

Altro annuncio fatto a San Francisco (in assenza del Ceo Mark Hurd, in temporaneo congedo per ragioni di salute) è quello di OS Management Service, un componente infrastrutturale in cloud che assicura controllo e visibilità sui sistemi, sia quelli basati su Windows sia quelli basati sul nuovo Autonomous Linux. Con Os Management Service è anche possibile automatizzare alcune comuni procedure di gestione dei sistemi Linux, come la gestione delle patch, il reporting sulla conformità e le configurazioni. In combinazione con altri servizi infrastrutturali in cloud, inoltre, è anche possibile rendere automatico il dimensionamento dei workload.

A due anni dal lancio dell’Autonomous Database, dunque, la società di Redwood prosegue dunque con una trasformazione dell’offerta mirata a garantire un miglior funzionamento ai data center e alle applicazioni aziendali, nonché a semplificare la vita agli amministratori IT soprattutto per quanto riguarda la sicurezza. Con le nuove soluzioni presentati sarà più facile mantenere aggiornati i sistemi operativi e assicurare l’immediata installazione delle patch disponibili (che vengono controllate giornalmente), senza necessità di riavvio delle macchine.  “L’autonomia”, ha detto Ellison nel suo keynote, “è la tecnologia distintiva di un cloud di seconda generazione”.

Altra novità annunciata è Gen 2 Exadata Cloud at Customer, seconda generazione del servizio di database in cloud: rispetto alla precedente, si segnalano miglioramenti di resilienza e automazione, un deployment più semplice e costi ridotti. Il menu dell’OpenWorld include anche nuovi servizi cloud per la sicurezza, Data Safe, Cloud Guard e Maximum Security Zones, che consentono di proteggere automaticamente i carichi di lavoro e i dati dal rischio di configurazioni errate e dalle minacce informatiche. Il servizio di database in cloud si aggiorna. C’è poi una nuova opportunità interessante per le aziende (oltre che per sviluppatori, studenti e docenti): attraverso Oracle Cloud Free Tier o tramite i nuovi servizi Always Free è possibile testare gratuitamente sia l’Autonomous Database e sia la Oracle Cloud Infrastructure. 

 

 

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