18/05/2017 di Redazione

Multa da 110 milioni di euro per Facebook dalla Ue

All’atto dell’acquisizione di Whatsapp il social network blu fornì informazioni fuorvianti alla Commissione in merito allo scambio di dati fra le due piattaforme. Per il commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager, la sanzione è un “chiaro segnale al

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L’integrazione dei dati fra Whatsapp e Facebook sta forse portando più dolori che gioie al social network fondato da Mark Zuckerberg. Dopo le indagini avviate dai garanti della privacy di diversi Paesi europei sul trattamento delle informazioni degli utenti, e in seguito alla multa comminata dalla Francia proprio su questa materia, è arrivata un’altra sanzione per l’azienda di Menlo Park. E in questo caso si tratta di 110 milioni di euro richiesti dall’Antitrust della Ue. Secondo la Commissione, infatti, al momento delle trattative con Bruxelles sull’acquisizione di Whatsapp Facebook avrebbe negato il trasferimento dei dati da una piattaforma all’altra. Fatto poi però verificatosi, anche se fino ad oggi (almeno nel Vecchio Continente) poco fruttifero per la creatura di Zuckerberg. A novembre 2016 la società ha deciso di interrompere la condivisione in seguito alle pressioni di Bruxelles.

Tornando a oggi, il commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager ha spiegato in un tweet che le informazioni fornite da Facebook nel 2014 erano “sbagliate e fuorvianti”. Basandosi sulle dichiarazioni del social network, infatti, la Commissione Europea aveva dato via libera all’acquisizione di Whatsapp. Un’operazione da 19 miliardi di dollari. Vestager ha aggiunto che la multa, “proporzionata e deterrente”, è un “chiaro segnale alle società tenute a rispettare le regole Ue”.

Le norme comunitarie in materia di fusioni prevedono, in caso di comunicazioni scorrette o fuorvianti, sanzioni massime pari all’un per cento del fatturato annuo di un’azienda. Inizialmente per Facebook erano stati previsti 250 milioni di euro di ammenda, in seguito ridotti alla cifra attuale per l’ammissione dell’infrazione da parte dello stesso social network e per la sua collaborazione attiva sul caso.

“Abbiamo agito sempre in buona fede. Gli errori commessi nel 2014 non erano intenzionali e la Commissione ha confermato che non hanno avuto un impatto sulla decisione della fusione. L’annuncio di oggi chiude del tutto la questione”, ha commentato un portavoce di Facebook. La multa inflitta al gruppo californiano non ha infatti alcun impatto sull’acquisizione di Whatsapp e non è legata alle altre indagini tuttora in corso sulla pratica di condivisione dei dati fra le due piattaforme.

 

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