22/11/2016 di Redazione

Oracle compra il service provider Dyn per allargare la nuvola

L’azienda ha rilevato l’Isp per una cifra non nota. L’azienda del New Hampshire, colpita a ottobre da un massiccio attacco Ddos, oltre a servizi di Dns offre anche soluzioni di monitoraggio del traffico Web a oltre 3.500 clienti. Componenti che verranno a

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Giusto un mese fa alcuni tra i principali siti statunitensi sono collassati sotto i colpi di un massiccio attacco Ddos. Giganti come Twitter, Spotify, eBay, il quotidiano New York Times e il portale della Sony sono risultati inaccessibili per diverse ore perché sommersi di traffico anomalo. Almeno due episodi erano riconducibili all’Internet service provider (Isp) Dyn, con sede nel New Hampshire, tra i principali fornitori di servizi della East Coast statunitense (se non proprio di tutto il Paese). Perché riprendere questo fatto? Perché in queste ore Oracle ha annunciato l’acquisizione di Dyn, con l’obiettivo principale di spingere la propria infrastruttura cloud. Perché l’Isp, oltre a occuparsi di Dns, offre anche servizi di content delivery e di ottimizzazione delle performance sul Web.

Si legge infatti nella nota stampa di Oracle che il provider “monitora, controlla e ottimizza applicazioni Internet e piattaforme cloud per consentire un accesso più veloce, ridurre il tempo di caricamento delle pagine e garantire così una maggiore soddisfazione dei clienti”. Secondo dati forniti dall’azienda, ogni giorno i sistemi Dyn consentono di erogare 40 miliardi di decisioni relative all’ottimizzazione del traffico a 3.500 clienti enterprise.

Tra i siti principali che si appoggino alla rete dell’Isp, oltre a quelli citati in apertura, si trovano anche Netflix, Bt, D-Link, Red Hat, il colosso farmaceutico Pfizer, il network media Cnbc e molte altre società di primo piano in diversi settori industriali. Al momento non si conosce il valore economico dell’accordo tra Oracle e Dyn, ma Dan Primack, ex giornalista di spicco di Fortune, ha parlato di circa 600 milioni di dollari.

Gli analisti, al diffondersi della notizia, si sono però chiesti immediatamente per quale motivo Oracle abbia deciso di procedere con l’acquisizione proprio ora, a poca distanza dall’attacco Ddos di ottobre che ha macchiato (e non poco) la reputazione del service provider. In una lettera diffusa ai clienti, Thomas Kurian, presidente dello sviluppo di prodotto del gruppo californiano, non ha menzionato il fattaccio del mese scorso. Ma si è limitato semplicemente a sottolineare come l’integrazione tra i due gruppi porterà “enormi” benefici alle aziende.

 

 

Oracle e Dyn rimarranno due realtà indipendenti fino al completamento della transazione. L’offerta dell’Isp, come mostrato nel grafico pubblicato qui sopra, si affiancherà alle soluzioni cloud infrastrutturali e di tipo Platform-as-a-Service (PaaS) che il gigante fondato da Larry Elison mette a disposizione. Dyn porterà quindi in dote componenti di monitoraggio delle performance delle applicazioni Internet e di Dns. Tutto as-a-Service.

Oracle si prefigge così l’obiettivo di offrire una piattaforma cloud onnicomprensiva, definita come un “one-stop shop” di servizi gestiti sulla nuvola. Clienti e sviluppatori potranno così creare applicazioni efficienti, monitorate dal punto di vista delle prestazioni dal data center fino all’endpoint e basate su un’infrastruttura globale e facilmente scalabile.

 

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