05/03/2019 di Redazione

Pagamenti in chat con FaceCoin, la criptovaluta di Facebook-WhatsApp?

Bloomberg e New York Times tornano a parlare del progetto basato su blockchain, suggerendo che possa debuttare nel 2019 e che sia basato su una valuta più stabile del Bitcoin.

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Potrebbe chiamarsi FaceCoin, nascendo da un’idea di Facebook, e debuttare su WhatsApp già nel 2019 o al massimo all’inizio del 2020. Il pagamento via chat basato su criptovaluta e su tecnologia blockchain potrebbe una delle prossime abilità dell’applicazione di messaggistica, stando a nuove indiscrezioni.  Se ne era già parlato mesi fa, ma ora indiscrezioni del New York Times (già fonte dei precedenti rumors, insieme a Bloomberg) tornano sull’argomento svelando qualche dettaglio in più.

I trasferimenti di denaro via chat, da contatto a contatto, non sono una novità assoluta: Venmo (affermata negli Stati Uniti) e WeChat (in Cina) già li prevedono. E ci sono progetti simili nel cantiere di Telegram e in quello di Signal, con lancio previsto nel 2020. D’altra parte nemmeno Facebook è a digiuno di soluzioni riguardanti lo scambio di moneta: dopo qualche anno di sperimentazioni e tentativi, nel 2015 ha introdotto in Messenger, solo negli Stati Uniti, una funzione di trasferimento di denaro peer-to-peer, estesa poi nel 2017 al Regno Unito.

L’ipotetico FaceCoin, se così si chiamerà, di distinguerà però dai tentativi passati della società di Zuckerberg e anche dalla attuale e futura concorrenza per almeno un paio di caratteristiche. Innanzitutto, le sue fondamenta: impiegando la blockchain, garantirà maggior sicurezza e privacy ai flussi di denaro e di dati.

Tecnologie e competenze in quest’ambito di certo non mancano all’azienda di Mark Zuckerberg: dal 2014 a guidare le attività di Messenger c’è un ex presidente di PayPal, David Marcus, mentre risale a poche settimane fa l’acquisizione di una startup di Londra specialista della “catena di blocchi”, Chainspace. Nessun annuncio ufficiale né indicazioni di quanto sia stata pagata, ma le indiscrezioni suggeriscono che il team della giovane azienda stia già facendo le valigie per la Silicon Valley.

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