23/07/2015 di Redazione

Qualcomm, piano “lacrime e sangue” per accontentare Wall Street

Dopo una trimestrale sotto qualsiasi previsione, l’azienda ha annunciato una “riorganizzazione strategica”: via il 15% della forza lavoro, cambiamenti nel board e tagli generali per 1,4 miliardi di dollari entro la fine dell’anno fiscale 2016. Su pression

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Non solo le indiscrezioni sono state confermate, ma le stime iniziali si sono rivelate fin troppo ottimistiche. Qualcomm taglia davvero, fino al 15% della propria forza lavoro globale e non il 10% come anticipato dal Wall Street Journal, a causa di un reddito netto sceso del 47% nell’ultimo trimestre se confrontato con lo stesso periodo del 2014. Un vero e proprio tracollo, con i cosiddetti “attivisti investitori” – l’hedge fund Jana Partners su tutti – che scalpitano per ridurre i costi e ottenere maggiori tornaconti personali. Ed ecco arrivare ufficialmente il piano “lacrime e sangue”, che in burocratese diventa uno Strategic Realignment Plan e prevede entro la fine dell’anno fiscale 2016 una serie di pesanti manovre. Tra queste, la riduzione di spese e costi ritenuti superflui per 1,4 miliardi di dollari, inclusi trecento milioni in azioni sottratti a manager e dipendenti, il ritorno di capite agli stockholder, una rivoluzione nel board con la riduzione della durata media del mandato dei membri oltre all’aggiunta di tre nuove figure “approvate” da Jana Partners e così via.

Ma il dettaglio più importante riguarda la “geografia” dei tagli. Con tutta probabilità, la scure dei licenziamenti si abbatterà in misura preponderante sulla divisione chip di Qualcomm, ovviamente una delle unità più importanti e rilevanti del mercato dei semiconduttori mobili. E non è esclusa nemmeno la separazione in due aziende distinte: uno “spezzatino” che piacerebbe molto ai grossi investitori, come Jana Partners appunto, ma che al momento rimane ancora nel campo delle ipotesi.

“Stiamo realizzando cambi fondamentali alla posizione di Qualcomm per migliorare le performance finanziare e operative”, ha commentato Steve Mollenkopf, Ceo del gruppo. “Riorganizzeremo i costi della struttura e concentreremo i nostri investimenti solo sulle opportunità di ritorno maggiori […]. Il nostro piano è progettato per portare un cambiamento significativo nel breve periodo, senza mettere a rischio la nostra abilità di sviluppare tecnologie e creare valore sul lungo termine per gli azionisti”.

Viste le prestazioni dell’ultimo trimestre, è sicuramente necessario un intervento deciso per Qualcomm, ma il taglio massiccio di forza lavoro forse non è la strada giusta – oppure obbligata – per un’azienda che dispone di cento miliardi di dollari di capitalizzazione. Comunque, nel Q3 del 2015 il fatturato della compagnia è sceso del 14%, attestandosi a 5,8 miliardi di dollari rispetto ai 6,8 dello stesso trimestre del 2014, con un utile diluito per azione di 73 centesimi.

 

Fonte: Qualcomm

 

A pesare soprattutto le consegne di chip, che hanno rallentato in seguito a un mercato Pc stagnante e in attesa dell’arrivo di Windows 10. In totale, nell’anno fiscale 2014 Qualcomm ha venduto 236 milioni di componenti, mentre le previsioni più rosee per il 2015 si fermano soltanto in una forchetta che va dai 170 ai 190 milioni, che significa quindi una diminuzione di consegne oscillante tra il 19 e il 28%.

 

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