Settimane di prime pagine sulla stampa specializzata (e non solo). Analisti scatenati nel descrivere la fine di un gigante dell’elettronica. Dirigenti Apple che, molto probabilmente, si erano già seduti sulla riva ad aspettarne il cadavere. Samsung, invece, è viva e lotta insieme a noi. L’azienda sudcoreana ha stimato, per il trimestre in corso (il quarto del 2016), un balzo dell’utile operativo pari al 50 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015. Questo significa cifre che si dovrebbero aggirare attorno ai 9.200 miliardi di won (7,8 miliardi di dollari), grazie soprattutto al momento d’oro di display e semiconduttori. Questi comparti produttivi riusciranno quindi a compensare il fiasco totale dei Galaxy Note 7, ritirati dal mercato a ottobre 2016 perché potenzialmente esplosivi.
Una debacle di proporzioni epiche, che aveva portato molti osservatori a mettere una “X” sul gigante asiatico. Invece il gruppo sudcoreano ha dimostrato che la diversificazione, in caso di “tragedie”, è necessaria per salvare la faccia e i conti. In realtà, il fatturato trimestrale risulterà in calo di circa sei decimi di punto, attestandosi a 53mila miliardi di won: ma non si può avere tutto dalla vita.
Va detto che le stime rese note in questi giorni da Samsung sono ancora preliminari. Per avere dati certi si dovrà aspettare l’ultima settimana del mese, quando l’azienda pubblicherà i conti del periodo ottobre-dicembre e quelli relativi a tutto il 2016. Nonostante una leggera flessione del fatturato complessivo, il trimestre in corso appare essere il migliore del gruppo dal Q3 del 2013. Il segmento degli smartphone, pur non potendo contare su modelli top di gamma da diversi mesi, appare comunque in una salute discreta.