Il programma di sostituzione dei Galaxy Note 7 di Samsung, ritirati dal commercio perché potenzialmente esplosivi, potrebbe iniziare già oggi. L’azienda sudcoreana ha quindi risposto abbastanza velocemente a una questione molto imbarazzante, oltre che effettivamente pericolosa per i clienti a causa di batterie facilmente infiammabili. Il piano di sostituzione è stato lanciato negli Stati Uniti in collaborazione con gli operatori telefonici e i consumatori possono scegliere tra due opzioni: cambiare il proprio dispositivo con un altro Galaxy Note 7 oppure optare per il Galaxy S7 o il Galaxy S7 edge con un rimborso che dovrebbe coprire la differenza di prezzo tra i terminali. La sostituzione avviene direttamente nei negozi dove sono stati acquistati i phablet oppure la pratica può essere aperta tramite il numero di assistenza statunitense di Samsung.
Come “contentino” i clienti riceveranno anche 25 dollari di credito sulla bolletta telefonica o una gift card dello stesso valore economico. Alcuni operatori, come T-Mobile Us, offrono anche un rimborso completo comprensivo di eventuali spese aggiuntive sostenute dai consumatori per l’acquisto di accessori.
Secondo i primi controlli effettuati da Samsung la batteria danneggiata e quindi potenzialmente infiammabile sarebbe presente in “soli” 24 dispositivi su un milione. Ma l’impossibilità di conoscere l’esatta localizzazione dei componenti ha costretto l’azienda al richiamo totale. Al momento non è dato sapere quando i phablet della società asiatica, accolti inizialmente in modo molto positivo dalla critica, saranno immessi nuovamente in commercio. Counterpoint Research stima che siano stati già consegnati ai rivenditori circa tre milioni di device.
Un danno d’immagine ed economico notevole per il vendor, che usciva da un anno di successi: gli ultimi modelli di smartphone Galaxy avevano permesso a Samsung di stabilizzarsi nuovamente e di rosicchiare quote di mercato ai competitor dopo una serie di trimestri negativi. Secondo alcune stime questo “inconveniente” potrebbe costare all’azienda 1,34 miliardi di dollari, che andranno quindi a pesare sui profitti operativi del 2016 anche fino al 5 per cento.

Meglio adesso che più avanti, ovviamente: con l’approcciarsi della stagione natalizia un problema di questo genere avrebbe reso lo scenario ancora più drammatico, perché i dispositivi da richiamare sarebbero stati molti di più. Vedremo se Apple, attesa questa settimana con la presentazione degli iPhone 7, riuscirà ad approfittare della momentanea débâcle del concorrente sudcoreano.