27/02/2018 di Redazione

Semaforo verde per le auto completamente driveless in California

Il dipartimento di motorizzazione ha concesso l'avvio dei primi test su strada pubblica della tecnologia self-driving. I modelli senza pilota, né volanti e pedale del freno inizieranno a circolare in primavera.

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La terra del cinema, del surf, del sole, della Silicon Valley e ora anche quella delle automobili senza conducente. La Califonia, non a sorpresa, sarà il primo Stato nordamericano ad ammettere sulle proprie strade pubbliche i veicoli driverless, sebbene ancora solo per testarne la sicurezza e il buon funzionamento. Il Department of Motor Vehicles ha infatti comunicato di voler concedere a breve, entro un mese, il formale permesso di circolazione a scopo di test, subito dopo aver pubblicato le linee guida. È una tappa importante di un percorso pluriennale, partito con un'idea avveniristica di Google, poi copiata da molti (Tesla, Uber, Apple, Intel, Volvo, per citarne alcuni) , transitata su sperimentazioni, ricerca e sviluppo, diventata più concreta attraverso accordi fra le società tecnologiche di hardware e software e quelle dell'automotive.

Il direttore del dipartimento di motorizzazione statunitense, Jean Shiomoto, ha parlato di un “passo importante verso la tecnologia di guida autonoma”, rimarcando che “la sicurezza è il nostro primo pensiero”. Ora l'ente che concede i permessi di circolazione comincerà a lavorare con i produttori “già pronti per testare veicoli completamente driverless”, ha detto Shiomoto. Le aziende interessate ad avviare i test potranno farne richiesta a partire dal 2 marzo, quando il nuovo regolamento verrà pubblicato dal dipartimento, dovendo poi attendere un mese per ottenere il via libera. Presumibilmente, dunque, già dalla prima settimana di aprile i più veloci potranno posizionare le loro automobili su strada.

È facile immaginare che tra i primi esemplari in circolazione ci saranno i veicoli di Waymo, societ spin-off di Google già impegnata in un accordo di fornitura di minivan Chrysler Pacifica di Fca, modificati ad hoc, così come quelli di General Motors. Le due aziende hanno da mesi cominicato a testare le proprie tecnologie in due località californiane, rispettivamente Mountain View e San Francisco. Il terzo nome probabile è quello di Uber (impegnato nella messa a punto dei futuri taxi-robot con Volvo), sulle cui tecnologie Lidar pende ancora il sospetto di plagio (il processo in cui era accusata da Waymo di aver utilizzato documenti rubati da un ex dipendente si è chiuso anzitempo con un accordo tra i litiganti).

 

 

 

Attualmente, stando ai dati del Department of Motor Vehicles, una cinquantina di società negli Stati Uniti hanno già ottenuto il permesso di eseguire test su vetture autonome (circa 300, in tutto), sulle quali però finora è stata prevista la presenza di una persona al volante, deputata a supervisionare le operazioni e a intervenire in caso di defiance della tecnologia. Con il nuovo regolamento, invece, in California saranno ammesse su strada anche automobili il cui sedile di guida resterà vuoto. E non tutti sono contenti: l'organizzazione no-profit Consumer Watchdog, per esempio, in passato aveva già denunciato il rischio che i test sulla guida autonoma si trasformino in un “videogioco mortale, che mette a rischio al sicurezza su strada”: La questione è certamente complessa, ma va detto che società come Waymo, al contrario, sottolineano che il 94% degli incidenti è causato da errori umani (dovuti a stanchezza, eccesso di velocità, alterazioni da alchool, distrazioni), che con l'avvento delle vetture self-driving verrebbero eliminati.

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