17/06/2015 di Redazione

Sir Branson alla conquista dello spazio contro il digital divide

L’eccentrico magnate britannico ha deciso di investire, insieme a Qualcomm e alla startup OneWeb, diversi miliardi di dollari per la costruzione di 900 mini satelliti. Il progetto, che ha l’obiettivo di portare la connessione Internet nelle zone remote o

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Presto lo spazio verrà invaso da nuovi satelliti e da ulteriori tonnellate di ferraglia, ma per un intento nobile. Almeno dal punto di vista teorico. L’imprenditore visionario e leggermente freak Richard Branson, fondatore del marchio Virgin, ha infatti deciso tramite la startup OneWeb – finanziata insieme a Qualcomm – di commissionare ad Airbus una tranche iniziale di novecento satelliti per portare la connessione Internet in tutte le zone del mondo dove il Web non arriva. Si tratterà di oggetti decisamente più leggeri della media: peseranno infatti circa 150 chili l’uno e i primi lanci sono programmati per il 2018. La produzione dei primi dieci modelli verrà avviata negli impianti di Tolosa di Airbus Defence and Space – divisione dedicata alla difesa e ai progetto spaziali del colosso aeronautico –, per proseguire poi a pieno ritmo in uno stabilimento negli Stati Uniti, che verrà riservato soltanto alla realizzazione dei satelliti. L’obiettivo finale è sfornare quattro modelli al giorno.

Una volta lanciati nell’orbita terrestre bassa, i satelliti di Airbus creeranno la più vasta costellazione di oggetti volanti esistente nello spazio, dieci volte maggiore di tutte quelle rintracciabili attualmente al di fuori della volta celeste. E non tutti i satelliti realizzati verranno “sparati” subito nello spazio, perché duecento rimarranno a terra come backup in caso di guasti o di malfunzionamenti dei modelli in servizio.

I dettagli finanziari dell’accordo non sono stati svelati, ma si presuppongono multimiliardari, perché una produzione così massiccia richiede certamente un impegno economico notevole. L’accordo tra OneWeb e Airbus nasce in seguito alla volontà di Sir Branson di andare oltre gli stretti confini terrestri, conquistando lo spazio. Il miliardario britannico ha infatti fondato nel 2004 Virgin Galactic, con cui propone voli spaziali suborbitali di tipo commerciale per ricconi in cerca di nuove avventure.

Ma la novità è l’interesse di Branson nella diffusione del Web nelle zone remote o povere del mondo. Finalità che si propongono anche altri progetti, come Internet.org di Facebook o Project Loon di Google. Differiscono però le modalità con cui gli altri player si stanno muovendo in questo terreno. Il social network blu sta puntando a dei particolari droni a energia solare, chiamati Aquila, con cui portare la connessione nel mondo.

 

 

Big G, invece, si è affidata a palloni aerostatici che, una volta lanciati nella stratosfera, potranno funzionare da antenne volanti e amplificare a dismisura il segnale WiFi. Secondo calcoli della Telecommunications Union, alla fine del 2014 circa il 50% della popolazione globale non aveva ancora accesso al Web, per un totale di oltre tre miliardi di persone. Dalla teoria alla pratica c’è ovviamente ancora molto da fare: chi vincerà la sfida tecnologica? Facebook, Google o Branson? Sicuramente, il proprietario di Virgin ha deciso per ora di volare più in alto di tutti.

 

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