19/07/2017 di Redazione

Un paywall per i contenuti giornalistici, Facebook valuta l'idea

A Menlo Park è in fase di studio un nuovo servizio basato su sottoscrizione e paywall, che si inserirà sugli Instant Articles e che potrebbe debuttare (come test) in autunno. Facendo contenti gli editori.

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Facebook è gratuito e sempre lo sarà. La promessa di Mark Zuckerberg è ancora valida, ma non vieta al social network di sperimentare al suo interno alcuni singoli servizi a pagamento. A Menlo Park si sta valutando la possibilità di introdurre un servizio di informazione giornalistica fruibile previa sottoscrizione e a pagamento dopo i primi dieci articoli letti. Lo ha svelato Campbell Brown, giornalista e responsabile delle partnership giornalistiche di Facebook, a New York in occasione dell'evento Digital Publishing Innovation Summit. I primi test effettivi dovrebbero cominciare in ottobre.

Il nuovo servizio si innesterà sugli Instant Articles, cioè sulle versioni mobile-friendly di articoli scritti dalle centinaia di editori aderenti al progetto, e che possono essere “consumati” direttamente da Facebook, senza quindi visitare la pagina della testata giornalistica. Lanciati nel 2015, gli Instant Articles portano avanti una delle peculiarità del social network, ovvero la proposta di contenuti personalizzati in base alle preferenze e alla cronologia di lettura dell'utente.

Negli incontri che abbiamo avuto con molti quotidiani ed editori digitali”, ha detto Brown, “fin dal'inizio ci è stato detto che desideravano un prodotto basato su sottoscrizione. Un paywall all'interno di Facebook. Ed è qualcosa su cui stiamo lavorando. Lanceremo un prodotto basato su sottoscrizione”.

L'approccio ricorda quello adottato da diverse testate online di livello, come il New York Times e il Washington Post oltreoceano e in Italia il Corriere della Sera, che fissano un tetto massimo di pagine fruibili gratuitamente, mentre gli abbonati al servizio hanno accesso illimitato ai contenuti. L'iniziativa, inoltre, dimostra il crescente interesse di Facebook nel campo della produzione e distribuzione di contenuti giornalisti, a dispetto dell'iniziale rifiuto dell'etichetta di “media company”. Secondo i giornalisti presenti alla conferenza di New York, Brown ha anche lasciato intendere che questa strada potrebbe accontentare gli editori partner della piattaforma social, desiderosi di poter avere maggior controllo sulla distribuzione dei propri contenuti originali.

 

 

 

Un altro colosso del Web dotato di grande potere di orientamento e di filtro alla visiblità delle fonti giornalistiche, cioè Google, ha recentemente rinnovato il proprio servizio News. Accanto alle modifiche grafiche e di organizzazione delle notizie, è stata migliorata la personalizzazione dei contenuti proposti in base alla cronologia di lettura dell'utente, alle sue ricerche Web e alle tendenze dell'area geografica di riferimento.

 

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