22/11/2019 di Redazione

Via libera a Huawei e Microsoft, sconto sui dazi possibile per Apple

La società di Redmond è la prima ad avere ottenuto dal Dipartimento del Commercio la licenza che permette di avere rapporti commerciali con Huawei. Donald Trump, intanto, ha fatto sapere che la richiesta di sconto sui dazi fatta da Apple è in fase di valu

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Microsoft ed Apple possono tirare un sospiro di sollievo per il caso Huawei. Vendere e acquistare tecnologie dell’azienda cinese sarà un po’ più semplice per le società di Satya Nadella e di Tim, ma per differenti ragioni. Per Microsoft è arrivata in settimana dal Dipartimento del Commercio statunitense la concessione della licenza grazie alla quale la casa madre di Windows potrà vendere software a Huawei. 

 

Si tratta della prima concessione riconosciuta nella lista delle circa 300 richieste inoltrate da altrettante società a stelle e strisce: senza questo permesso, una volta scaduto il termine della licenza temporanea (valida per tutte le aziende Usa, ma solo per un periodo limitato), non sarà più possibile avere rapporti commerciali con Huawei. Finora il Dipartimento del Commercio ha temporeggiato, spostando in avanti per più di una volta il termine del “periodo di grazia”; ora è il momento di decidere chi potrà avere il via libera e chi no.

 

Un portavoce di Microsoft, ha fatto sapere che l’azienda “apprezza l’azione del Dipartimento in risposta alla nostra richiesta”. Non è esattamente chiaro quali prodotti abbiano ricevuto il via libera ma una “persona informata”, secondo quanto riferisce Reuters, afferma che la licenza riguardi alcuni componenti per gli smartphone e componenti non elettronici.

 

La Casa Bianca valuta uno “sconto” per Apple
Per quanto riguarda Apple, i rapporti commerciali con Huawei potrebbero migliorare per un’altra ragione. La società di Cupertino aveva richiesto al Dipartimento del Commercio uno sconto sui dazi sull’import cinese, che dopo i rialzi volti da Donald Trump pesano in modo (a detta di Apple) sproporzionato sui costi di produzione di molti dispositivi. Gli iPhone, innanzitutto, ma anche gli iPad, i Macbook, la Apple Tv e accessori come gli AirPods, alcuni modelli di cuffie a marchio Beats, router wireless, custodie, monitor, tastiere. Produrre in Cina, insomma, non è più così conveniente.

 

In visita allo stabilimento Apple di Austin, in Texas, da cui escono i Mac Pro totalmente “made in Usa”, Trump si è fatto sfuggire una mezza promessa, non troppo cristallina a dire il vero. Stringendo la mano a Tim Cook, il patriottico inquilino della Casa Bianca ha detto: “Fabbricate in America e i dazi non saranno un problema”. E, rispondendo ai giornalisti, ha fatto sapere che la richiesta di Cupertino è in fase di valutazione.

 

Rendering del futuro campus di Austin

 

La strana amicizia fra Trump e Cook
Molto verosimilmente, tuttavia, solo una frazione dell’hardware marchiato Mela potrà essere fabbricata nei confini nazionali, anche perché esistono alternative asiatiche alla Cina più convenienti. Dunque ci sarà da capire a quali condizioni, eventualmente, il governo concederà uno sconto sui dazi.

 

Una parte dei media ha ironizzato sulla strana ma non così improvvisata amicizia fra Trump e Cook, ricordando come Apple abbia promesso di rimpinguare di 350 miliardi di dollari il Pil statunitense in un periodo compreso fra il 2018 e il 2023. L’annunciato nuovo campus di Austin contribuirà alla causa: un investimento da un miliardo di dollari permetterà di realizzare un complesso di edifici in mezzo al verde, che occuperà 279mila metri quadri considerando solo gli spazi al coperto. Il campus aprirà i battenti nel 2022 per dare lavoro a circa cinquemila persone, numero che a regime potrà triplicare. Attualmente nella cittadina texana Apple dà lavoro a oltre seimila collaboratori.

 

 

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