12/09/2018 di Redazione

Windows “alleggerisce” ancora OneDrive e pensa al DevOps

A partire dalla build 17720 el sistema operativo, la funzione Storage Sense gestirà in automatico i file archiviati nel cloud e sincronizzati su risorse locali, così da minimizzare l'ingombro. Altra novità riguarda gli sviluppatori: diventa Azure DevOps.

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Novità in arrivo nel mondo Microsoft, sia per l'utente comune sia per gli sviluppatori: una riguarda la gestione dei file sui Pc Windows e su OneDrive, l'altra un servizio cloud per il DevOps. Partiamo da Windows 10, sistema operativo sottoposto a continui aggiornamenti: con la prossima build, la numero 17720, il sistema di gestione dello spazio di archiviazione, Storage Sense, migliora decisamente le proprie capacità per consentire l'ottimizzazione dello spazio sulle risorse locali dei Pc.

OneDrive, come noto, permette di conservare file di ogni genere nel cloud ma anche di sincronizzare cartelle su uno o più dispositivi. Con il Fall Update dell'anno scorso, in Windows 10 il metodo di archiviazione dei contenuti nelle directory One Drive è cambiato: per ogni file che risulta accessibile e presente in una cartella, esiste in realtà solo un “sostituto”. Cliccandovi sopra, il file viene richiamato dal cloud così che possa essere aperto, letto e modificato sul Pc. Il metodo ha il vantaggio di ridurre l'occupazione di spazio di archiviazione senza impattare sull'esperienza dell'utente. È possibile in ogni caso scegliere di conservare i file su risorse locali in modo che siano disponibili sempre (anche in assenza di connessioni Internet) oppure di cancellarli manualmente.

L'evoluzione di questo sistema si chiama Storage Sense. A partire dalla build 17720 questa funzione eseguirà in automatico alcune delle azioni sopra descritte: deciderà se conservare i file “reali” sul Pc, se piazzare al loro posto i “sostituti” a seconda della frequenza con cui vengono consultati dall'utente; cancellerà le copie locali dei file OneDrive dopo un certo periodo di mancata apertura (a meno di non impostare l'opzione di disponibilità offline); eseguirà pulizie dei file temporanei, della cache e di altri elementi non utili che occupano spazio in memoria. Alcune di queste opzioni, se l'utente lo desidera, potranno essere controllate manualmente.

Novità in arrivo anche per gli sviluppatori, si diceva. A quattro mesi dall'acquisizione di GitHub, punto di riferimento per la comunità opensource, Microsoft ribadisce il proprio interesse per questo mondo con un'operazione di rebranding e di aggiornamento di un suo servizio cloud: Visual Studio Team Services (noto in precedenza come Visual Studio Online) ora si chiama Azure DevOps. Si tratta in realtà di un insieme di servizi cloud che, spiega l'azienda di Redomn, “aiutano gli sviluppatori a fornire software più velocemente e con maggiore qualità”. A detta di Microsoft, questa è l'offerta DevOps più completa mai proposta, tra quelle basate sul cloud.

Azure DevOps racchiude al suo interno una serie di servizi. Con Azure Boards è possibile tenere traccia dei flussi di lavoro con il metodo Kanban, con backlog, dashboard di gruppo e report; Azure Pipelines è un servizio di CI/CD (continuous integration/continuous delivery) che funziona su qualsiasi piattaforma cloud e linguaggio e che può essere collegato a GutHub o altri repository Git; Azure Repos mette a risposizione repository Git su cloud privati; attraverso Azure Artifacts è possibile usare package manager come Maven, npm e NuGet; Azure Test Plans permette di testare la qualità del codice.

 

Microsoft ha sottolineato il fatto che i servizi di Azure DevOps siano aperti e progettati per funzionare con qualsiasi tipo di applicazione, framework, piattaforma e infrastruttura cloud pubblica o privata (anche della concorrenza, quindi). Per i progetti open source e per quelli limitati a un massimo di cinque utenti l'uso è gratuito, mentre per i gruppi di lavoro più ampi i costi partono da 30 dollari al mese e si sale in base al numero di utenti.

 

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