Di Internet delle Cose si parla tanto, ma forse non abbastanza e
in modo ancora troppo impreciso. Quello noto internazionalmente come
IoT, Internet of Things, è uno dei trend tecnologici del momento, e
ancor più un fenomeno destinato nei prossimi anni – a dirlo sono un po’
tutte le grandi società di ricerca – a cambiare faccia non solo al mondo
dell’Ict in senso stretto, ma a numerosi comparti industriali
(dall’automotive, alla manifattura, al settore dell’energia). Ma questo
fenomeno è solo parte di un meccanismo più grande, l’Internet of Everything, in cui convergono i dati generati dalle connessioni machine-to-machine, Web, dispositivi e persone.
The Innovation Group, società di consulenza e servizi milanese, offre l’occasione di approfondire questi temi partecipando a The Internet of Everything Summit, un evento organizzato a Roma in collaborazione con Cisco Italia. Ne abbiamo parlato con Elena Vaciago, Research Manager di The Innovation Group.
Da che cosa nasce la necessità di dedicare un evento all'Internet of Everyhting? Del
tema dell’Internet of Everything (ossia di come persone, cose, processi
e dati convergano, combinando connessioni machine-to-machine,
people-to-machine e people-to-people) si è molto parlato, ma facendo
sempre riferimento a singoli ambiti: le smart city, l’M2M per il
metering e l’automazione, l’infomobilità e la logistica avanzata tramite
utilizzo di tag Rfid. Oggi tutte queste applicazioni sono alla ricerca
di un denominatore comune, di modelli comuni, standard a cui
uniformarsi, best practice da seguire. Il rischio è, infatti, che le
tante iniziative che nascono ogni giorno in questi ambiti lo facciano in
modo isolato, senza condivisione di visione ed esperienze, riproducendo
scenari proprietari tra loro non correlati come già avvenuto in
passato. L’evento The Internet of Everything Summit del prossimo 3
luglio, organizzato da The Innovation Group in collaborazione con Cisco
Italia, punta invece a far condividere esperienze e a far convergere gli
sforzi di più attori in catene del valore estese e aperte.Come sta impattando sulle aziende e sulle pubbliche amministrazioni il fenomeno dell'Internet of Everything? Gli
attori dell’IoE, cioè le aziende, i provider, le amministrazioni
pubbliche, sono oggi molto più consapevoli della necessità di pensare a
interi sistemi invece che a singole applicazioni. In ambito smart city,
per esempio, già da alcuni anni viene sottolineata l’importanza di una
governance unitaria sulle varie attività che nel loro insieme compongono
la città intelligente. Inoltre, è richiesta una forte partecipazione
dal basso, in quanto molte delle attività sono possibili solo grazie al
coinvolgimento delle persone.
Questo è il cambiamento di
paradigma più forte: mettere al centro dell’IoE le persone, cercare di
attivare sinergie e partecipazione, lasciare che tutto quello che ne
segue nasca spontaneamente. Un esempio è quanto sta avvenendo nella
smart city di Amsterdam, dove il consorzio Onze Energie promuove una
forma collaborativa di approvvigionamento energetico per i residenti
della zona nord. Aderendo al programma con una quota di 50 euro si può
acquistare energia verde prodotta dalle pale eoliche installate nel
quartiere stesso, con risparmi economici e coinvolgimento diretto delle
persone nelle scelte decisionali del consorzio.
Come
cambiano le strategie di sicurezza nelle aziende e nelle pubbliche
amministrazioni? E come cambia, invece, la gestione di volumi di dati
crescenti prodotti dalle interazioni M2M?
Il tema della
sicurezza è chiaramente molto critico e andrebbe affrontato fin dal
disegno iniziale delle nuove soluzioni, perché l’utilizzo di standard
aperti comporta naturalmente una serie di rischi di accesso a
informazioni, anche molto riservate, da parte di terzi. L’ideale sarebbe
adottare sempre un approccio di security-by-design, ma questo può
comportare costi maggiori e rallentamenti nei progetti e, di
conseguenza, non sempre viene adottato. Vengono così potenzialmente
esposti gli utenti finali ai rischi che oggi ben conosciamo, essendosi
diffusi enormemente sulle attuali infrastrutture di comunicazione. Anche
per quanto riguarda la sicurezza, lo sforzo deve essere con l’IoE
quello di mettere al centro e rendere consapevoli gli utenti dei rischi e
dei comportamenti corretti da seguire per prevenirli, un aspetto che
nella prima generazione di Internet non è stato sottolineato abbastanza.
Per quanto riguarda invece la gestione dei Big Data originati
dai connect object in architetture IoE, sono già oggi disponibili
strumenti innovativi, come in-memory processing e visualizzazione
avanzata dei Big Data. Dal punto di vista delle analisi sui Big Data
dell’IoE, ci sarà una fioritura di nuovi sviluppi legati alle singole
applicazioni. In questo ambito sarà fondamentale disporre del capitale
umano e di competenze avanzate per essere in grado di estrarre nuova
conoscenza e actionable insight dall’analisi di una grande mole di dati.Quali
sono gli aspetti più critici e quali, invece, i vantaggi legati ai
device connessi, alle reti m2m e all'internet of Everything? Le aziende
sono pronte ad affrontare questo cambiamento?Con
riferimento ai vantaggi dell’IoE, sinteticamente si può affermare che la
connessione tra persone, processi, dati e oggetti intelligenti,
permette di ottenere sia benefici economici (risparmi, incrementi di
produttività), sia sociali (riduzione dell’inquinamento, della
criminalità, degli incidenti), sia umani (miglioramento delle condizioni
fisiche, della salute).
Dal punto di vista degli aspetti
critici, oltre a quelli evidenziati sopra – ossia, importanza della
governance, rischi di sicurezza, necessità di dotarsi di nuove
competenze in ambiti specialistici come quelli dei Big Data – vanno
considerati anche contesti socio-culturali poco favorevoli a queste
evoluzioni, la difficoltà di fare sistema e promuovere l’innovazione.
Singole aziende possono fare di più nel campo dell’IoE creando un
contesto generale che favorisca queste evoluzioni.
Elena Vaciago, Research Manager di The Innovation Group
The Internet of Everything Summit 2014 si terrà il 3
luglio nel Centro Congressi Roma Eventi Fontana di Trevi, nel cuore
della Capitale. Dalle 9 del mattino in poi, sul palco si alterneranno
speaker di rilievo nazionale ed internazionale, tra cui Alberto
Sangiovanni Vincentelli (University of California at Berkeley), Michael
Mandel (chief economic strategist di Ppi, Progressive Policy Institute,
di Washington DC), David Bevilacqua (vice president, South Europe di
Cisco), Franco Bassanini (presidente di Astrid e presidente della Cassa
Depositi e Prestiti), Elio Catania (presidente di Confindustria
Digitale), Carlo Ratti (progettista del Future Food District per Expo
2015), Michele Vianello (smart communities strategist) e Nicola Villa
(managing director and global lead, Big Data & Analytics di Cisco).
L’evento
è rivolto alle società produttrici di software, ai system integrator,
ai fornitori di servizi, alle aziende dei settori manifatturieri,
finanziario, dell’energia, delle telecomunicazioni, della logistica e
trasporti, del design, nonché alla Pubblica Amministrazione. Sul sito di
The Innovation Group sono elencati i
dettagli per registrarsi e l’
agenda completa della giornata. La partecipazione è gratuita.