Eravamo a fine maggio quando Corrado Calabrò, presidente dell'Autorità Garante delle Comunicazioni, si lascio scappare la data: entro luglio avrebbe fornito al Parlamento i suggerimenti e l'elenco delle necessità legislative che servono per sbrogliare la matassa della Next Generation Network.
Eravamo a ridosso della presentazione delle centinaia e centinaia di pagine dell'ISBUL, il progetto-volume su "Infrastrutture e servizi a Banda Larga e Ultra Larga" prodotto dalle più fervide menti universitarie italiane.
L'AGCOM è presieduto da Corrado Calabrò
A lato, per scendere sul pratico della stesura d'un documento quanto più condiviso possibile, c'era il
Comitato NGN Italia presieduto da Francesco Vatalaro dell'Università La Sapienza di Roma che, a sua volta, ha prodotto un migliaio di pagine da quando è stato istituito con raccomandazioni, pareri, indicazioni, analisi, diagrammi, opinioni, caveat.
Luglio è passato. Le fiammate estive che hanno riguardato
Fibra per l'Italia, ossia il grappolo di operatori che hanno deciso di "far da sé" una propria strategia NGN per 15 città, non dà cenni di vitalità. Se si esclude
Fastweb che ha avviato una autonoma offerta di connettività a 100/10Mbps in 7 città.
Il Comitato Next Generation Network Italia, presieduto dal professor Francesco Vatalaro
Erano seguite levate di scudi da parte di
Telecom Italia che ribadiva di avere il proprio progetto NGN2 da portare avanti e di essere disposta a collaborare con gli altri solo lì dove il mercato non c'è per nessuno e nessuno ci andrebbe. Se e solo se, però, il Governo scuce incentivazioni, altrimenti niente.
In parallelo a Calabrò il sottosegretario
Paolo Romani aveva convocato tavoli, sentito pareri, costituito comitati, chetato animi, incendiato entusiasmi, sopito malumori.
Deciso niente.
il professor Francesco Vatalaro
Fra un paio di giorni il circo ricomincia la tournée.A riaprire le danze dell'NGN sarà proprio il professor Francesco Vatalaro e il
Comitato NGN Italia che presenterà le linee guida e le opzioni tecnologiche da scegliere. Sarà ancora una bozza quasi definitiva perché sarà necessario aspettare fine mese affinché l'AgCom abbia definito il quadro normativo di riferimento affinché siano salvaguardate concorrenza, diritti privati, diritti generali.
Ma non è finita lì perché sarà solo allora che l'Autorità Garante delle Comunicazioni proporrà coram populo indirizzi e decisioni per
una consultazione pubblica. E siamo arrivati a fine anno.