21/09/2015 di Redazione

Android Pay fa il grande passo e sbarca sullo store di Google

Pubblicata su Play l’applicazione del robottino verde per utilizzare il servizio di pagamenti mobile sviluppato da Big G, già lanciato ufficialmente dieci giorni fa. Disponibile al momento solo negli Usa, la piattaforma necessita di smartphone con tecnolo

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Android Pay è stato ufficialmente lanciato l’undici settembre scorso e, dopo qualche giorno di assestamento, Google ha deciso che è giunto il momento di far suonare la grancassa. Il servizio di pagamenti mobili di Big G è infatti sbarcato da poche ore sullo store Google Play, sotto forma di applicazione che potrà già da oggi sostituire Wallet. Ovviamente, la disponibilità è limitata al momento soltanto al territorio statunitense, ma i cittadini d’oltreoceano potranno sbizzarrirsi ed effettuare pagamenti in oltre un milione di esercizi convenzionati. Tra questi, grosse catene come Subway, GameStop, Whole Foods e Toys “R” Us. Ovviamente, per riuscire a utilizzare l’app si dovrà disporre di uno smartphone con tecnologia Near field communication (Nfc), che consentirà di dare l’ok alla transazione con il Pos tramite un semplice tap sul display. L’applicativo è compatibile con tutti i device che dispongono di Android 4.4.

Ma, per ottenere funzionalità di sicurezza avanzate come il riconoscimento delle impronte digitali, si dovrà attendere l’arrivo di Android Marshmallow 6.0, che probabilmente verrà ufficialmente presentato da Google il prossimo 29 settembre, durante un evento a San Francisco. Attualmente, Android Pay su Google Play sta ricevendo una media di 3,9 stellette su un totale di cinque, con alcuni utenti che lamentano errori generici o l’impossibilità di caricare le proprie carte di credito.

Perché il servizio, che mira a “infastidire” Apple Pay nella ghiotta torta del mobile payment funge come un vero e proprio portafoglio elettronico: è sufficiente infatti registrare il numero di una carta di credito o di debito sul proprio account e il gioco è fatto. Il successo di questa piattaforma, così come quella della casa di Cupertino, dipenderà dalla capacità “relazionale” di Google e Apple. I due colossi dovranno essere bravi ad aumentare di giorno in giorno l’estensione territoriale dei rispettivi servizi, stringendo anche rapporti commerciali con catene di distribuzione e istituti di credito.

Se la maggior parte dei Pos attualmente in circolazione supporta già oggi i pagamenti contactless, per garantire un servizio mobile efficace sia Big G che la Mela dovranno prima coprirsi le spalle e ottenere il via libera delle aziende che emettono le carte di credito o di debito. In attesa dei primi numeri ufficiali di Android Pay, sembra che l’analoga piattaforma di Apple stia davvero sbancando. Arrivato sul mercato già a ottobre 2014, Apple Pay ha fatto registrare dopo tre giorni dal lancio un boom di iscrizioni, con un milione di utenti registrati.

 

Fonte: Google Play

 

Una gallina dalle uova d’oro per Cupertino, che incassa 15 centesimi ogni cento dollari transati. A gennaio 2015 Bank of America, la seconda banca statunitense per valore degli asset, stimava 1,1 milioni di carte legate ad Apple Pay: questi numeri possono dare l’idea del valore dell’iniziativa contactless della Mela. Che ovviamente non si è limitata a intervenire sul suolo Usa, ma che a metà luglio ha fatto sbarcare il servizio anche nel Regno Unito. Attualmente, la piattaforma è compatibile con tutti gli iPhone 6 e successivi e con l’Apple Watch.

 

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