14/11/2017 di Redazione

Aws cede una parte di asset al proprio partner cinese

Per conformarsi alle leggi di Pechino, Amazon Web Services ha venduto componenti infrastrutturali a Beijing Sinnet per un controvalore di 300 milioni di dollari. Vengono così smentite le voci di un’uscita del provider dal mercato del Dragone.

immagine.jpg

Amazon Web Services non se ne va dalla Cina. È stata quindi smentita una ricostruzione del Wall Street Journal, secondo cui il provider cloud avrebbe scelto di lasciare il Paese asiatico in seguito a problemi con gli organismi regolatori locali. È vero invece, come riportato dal Wsj, che l’azienda ha deciso di vendere una parte della propria infrastruttura al partner cinese Beijing Sinnet, per una cifra pari a circa 300 milioni di dollari. La cessione è stata notificata dalla stessa Aws agli investitori e ha comunque a che fare con il governo di Pechino. “Le leggi cinesi vietano a compagnie straniere di possedere od operare alcune tecnologie per il provisioning di servizi cloud”, ha spiegato Amazon Web Services. “Di conseguenza, per rispettare le norme cinesi, Aws ha venduto una parte delle proprie infrastrutture fisiche a Sinnet”, pur mantenendo la proprietà intellettuale dei servizi in tutto il mondo.

Una dismissione di asset che, come ripetuto dal provider, non significa un disinteresse per il Paese del Dragone, che rimane strategico. Un mercato in cui la società di Seattle è arrivata nel 2014, ma dove ha sempre operato in stretta collaborazione con partner locali: un modo come un altro per controllarne da vicino l’attività, in quanto il business di Aws si scontra con quello di due colossi cinesi del calibro di Alibaba e Tencent. Senza contare le ambizioni di Huawei e Lenovo.

Le prime due aziende (la prima è nata come realtà e-commerce, la seconda sviluppa fra le altre cose la popolare app Wechat) non hanno fatto mistero negli ultimi mesi delle proprie ambizioni nel mercato del cloud: Alibaba al momento conta su oltre un milione di clienti e ha annunciato di voler investire in ricerca e sviluppo, nei prossimi tre anni, 15 miliardi di dollari (non solo per la nuvola). A inizio novembre Tencent è invece entrata a far parte della Openstack Foundation.

Nel Dragone Amazon Web Services può vantare clienti come la Pubblica Amministrazione di Pechino e della regione dello Ningxia, oltre ad aziende del calibro di Xiaomi, Qihoo e Kingsoft. Secondo Forward Intelligence, il mercato del cloud cinese crescerà fino al 2022 a un tasso del 30 per cento annuo, arrivando a superare alla fine di questo decennio i 103 miliardi di dollari di valore.

Una torta enorme, che sta attraendo sempre più anche i provider statunitensi: non è un caso che Microsoft abbia annunciato, pochi giorni fa, la volontà di triplicare nei prossimi sei mesi la capacità di calcolo di Azure in Cina: la nuvola di Redmond è operativa dal 2014 e i servizi vengono erogati in tandem con il partner locale 21Vianet.

 

ARTICOLI CORRELATI