30/03/2015 di Redazione

BlackBerry, secondo trimestre positivo: è arrivato il rilancio?

L’azienda canadese ha pubblicato i dati dell’ultimo quarter del 2015 e non sono mancate le sorprese. Il cambiamento di rotta è forse diventato costante, con indicatori sul segno più: profitti a 28 milioni di dollari, anche se il fatturato totale è sceso a

immagine.jpg

BlackBerry riemerge timidamente dalle acque stagnanti e può forse tornare a respirare: l’azienda canadese ha comunicato i dati finanziari relativi all’ultimo trimestre dell’anno fiscale chiuso il 28 febbraio scorso, e le sorprese non sono mancate. Il profitto netto Gaap è stato di 28 milioni di dollari, equivalenti a cinque centesimi ad azione, quindi in salita per la seconda volta consecutiva rispetto ai trimestri precedenti. Il fatturato totale è però sceso a 660 milioni di dollari, rispetto ai 793 milioni del trimestre precedente e ai 976 milioni dello stesso periodo del 2014.

In totale, BlackBerry ha riportato per l’anno fiscale 2015 un fatturato di 3,27 miliardi di dollari. Ma la divisione hardware continua a pesare sulle spalle della società, se è vero che il 42% delle entrate è derivato proprio dalla vendita di dispositivi, contro il 10% dei prodotti software, che sono comunque cresciuti su base annua del 20%. La strategia voluta dal nuovo Ceo, John Chen, quella di spostare sempre più il cuore degli interessi di BlackBerry sugli applicativi e sui servizi, abbandonando quindi gli smartphone, stenta a decollare. Anche se si intravedono segnali incoraggianti, soprattutto nel comparto servizi, che nell’anno fiscale 2015 hanno rappresentato il 47% del fatturato totale.

Ma, per gli analisti, quel 42% dell’hardware è ancora troppo: “Per avere successo in questo settore, si devono vendere milioni di dispositivi ai consumatori e non penso che questa sia un’area prolifica per BlackBerry”, ha commentato Ken Dulaney di Gartner. La competizione con colossi come Samsung e Apple è decisamente fuori portata per l’azienda canadese, che ha comunque annunciato l’arrivo di quattro nuovi cellulari nel 2015 e, all’ultimo Mobile World Congress di Barcellona, ha svelato il nuovo Leap e un prototipo di smartphone con slider e schermo touch.

Nel report pubblicato sul suo sito, BlackBerry non ha specificato i dettagli sulle vendite dei cellulari, ma si è limitata a riportare il numero totale: nell’ultimo trimestre sono stati consegnati in tutto il mondo 1,3 milioni di smartphone, con un prezzo medio di 211 dollari, in netta crescita rispetto ai 180 dollari del quarter precedente. Numeri che, secondo John Chen, dovrebbero essere sufficienti a tranquillizzare gli investitori: “Spero che siate d’accordo con me quando dico che i nostri conti sono in ordine”, ha spiegato il Ceo della compagnia durante una conference call. “Stiamo assistendo a un traino dei dispositivi mobili, che sono stati bene accolti dai carrier. Ora è giunto il momento di investire ancora di più sul settore software, sia sui prodotti che nella distribuzione”.

È proprio questo il comparto su cui i canadesi hanno cercato di riposizionarsi dopo il tracollo degli ultimi anni, quando si sono trovati a fare i conti con la competizione sfrenata di altri vendor sugli smartphone. Uno dei prodotti di punta dell’azienda, la BlackBerry Experience Suite, è stato difeso dai vertici societari per le sue capacità di funzionare su sistemi iOs, Android e Windows e garantire un ampio portafoglio di prodotti per la sicurezza, la produttività e la comunicazione.

E, a detta del Ceo, il numero di clienti che sfrutta gli applicativi targati BlackBerry ha toccato nell’ultimo anno quota 2.200, con nomi importanti come Delta Airlines, Hsbc e il governo del Canada. In aggiunta, la compagnia ha recentemente annunciato un accordo con Google per la compatibilità tra Android for Work e la piattaforma cloud BlackBerry Enterprise Service 12.

 

 

Malgrado tutto, gli analisti sono ancora scettici: “Molti clienti non sentono l’urgenza di cambiare i software di gestione dei dispositivi mobili che già utilizzano in azienda. Lo spostamento verso i prodotti della società canadese non rappresenta una priorità. Comunque, staremo a vedere se John Chen, un buon manager, riuscirà a tirare fuori la compagnia dal buco in cui l’hanno infilata i suoi predecessori”, ha chiosato ancora Ken Dulaney.

 

ARTICOLI CORRELATI