26/04/2017 di Redazione

Bufale al bando con la “tribuna” di Wikipedia e novità di Google

Dal fondatore dell'enciclopedia online, Jimmy Wales, nasce Wikiptribune: una nuova piattaforma di citizen journalism in cui professionisti e utenti lavoreranno fianco a fianco. Da Mountain View, invece, arrivano alcune modifiche nel funzionamento del moto

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I grandi protagonisti di Internet affilano ancora una volta le armi da utilizzare nella guerra alle bufale online. Wikipedia e Google, già impegnate in questa battaglia iniziata con decisione anche da Facebook, rilanciano rispettivamente con un'iniziativa battezzata Wikitribune e con alcuni significativi ritocchi agli algoritmi del motore di ricerca Web. Per quanto riguarda la colossale enciclopedia frutto del lavoro degli internauti, in realtà il suo coinvolgimento diretto nella lotta alle fake news rientra nell'ambito di un'alleanza no-profit lanciata qualche settimana fa a braccetto con Facebook, con Mozialla e con una serie di fondazioni e università nordamericane ed europee. Wikitribune, invece, non è direttamenta affiliata a Wikipedia, ma nasce per iniziativa di uno dei suoi fondatori, Jimmy Wales.

Si tratterà un nuovo sito di citizen journalism in cui, elle parole di Wales, “per la prima volta giornalisti professionisti e cittadini lavoreranno fianco a fianco, alla pari, scrivendo le notizie nel momento in cui accadono, editandole in tempo reale mentre si sviluppano, e sempre con il supporto di una community che verifica e riverifica tutti i fatti”. Gli ingredienti di questa ricetta sono chiaramente già noti: la professione giornalistica coniugata alla logica real time della Rete, la creazione “dal basso” cui ci hanno abituati blog e piattaforme social, e ancora il fact-checking solitamente presidiato da chi se ne occupa in modo specifico. Inedito è invece il mix di tutti questi ingredienti in un unico luogo del Web.

Nel modello di business pensato da Wales, i giornalisti saranno regolarmente retribuiti con le donazioni reperite tramite crowdfounding (la base minima è di 10 dollari al mese) e dovranno sempre riferire le fonti delle proprie notizie oppure riportare per intero l'intervista o le registrazioni audio da cui sono tratte. I normali utenti potranno modificare e aggiornare gli articoli, un po' come accade con le voci di Wikipedia e con WikiNews, ma tali modifiche e aggiornamenti verranno pubblicati solo dopo la verifica e l'approvazione del personale (volontario) deputato al fact-checking. La piattaforma di Wikitribune è già online, mentre per il debutto dei primi contenuti giornalistici non si dovrà attendere molto. L'obiettivo dei fondatori è quello di sperimentare il nuovo modello editoriale nelle settimane di campagna elettorale che precedono le elezioni politiche britanniche dell'8 giugno.

 

 

 

Da Mountain View, per bocca del vice president of engineering della divisione Google Search, Ben Gomes, è invece giunto l'annuncio di alcuni miglioramenti del motore di ricerca. La strategia di battaglia alle fake news è quella di renderle sostanzialmente invisibili, perse nel mare del Web. Niente di troppo nuovo per Google: come ricorda Gomes, i nostri algoritmi hanno sempre dovuto lottare con individui o sistemi che cercavano di imbrogliare i nostri sistemi per apparire più in alto nei risultati di ricerca, utilizzando produttori di contenuto di bassa qualità, testo nascosto e altre pratiche ingannevoli. Abbiamo combattuto questi problemi, e altri nel corso degli anni, apportando regolarmente modifiche ai nostri algoritmi e introducendo altre funzioni che impediscono di imbrogliare il sistema”.

Con le bufale deliberatamente create per fare disinformazione o clickbaiting, però, anche il motore di Big G spesso è caduto in tranello negli ultimi anni. Per ammissione della stessa azienda, circa lo 0,25% del traffico giornaliero generato a partire da Google riguarda siti in cui compaiono contenuti offensivi o ingannevoli. A detta del vice president, Google si stanno compiendo “buoni progressi” per smascherare i contenuti di scarso valore o falsi, ma per ottenere cambiamenti che abbiano un impatto a lungo termine, sono necessari cambiamenti più strutturali alla Ricerca”. Ecco perché le modifiche introdotte daranno i loro frutti un po' per volta.

Fra le novità spiccano alcuni miglioramenti apportati al search ranking, una semplificazione delle procedure per inviare feedback e segnalazioni e una maggiore trasparenza sul funzionamento del motore di ricerca. Nel mese di marzo, inoltre, sono stati aggiornate le linee guida per i valutatori della qualità della Ricerca con esempi più dettagliati di pagine di scarsa qualità, ingannevoli, offensive, contenenti bufale o teorie cospirazioniste non dimostrate. “Queste linee guida cominceranno ad aiutare i nostri algoritmi a far retrocedere simili contenuti di scarsa qualità e ad introdurre ulteriori miglioramenti nel tempo”, promette Gomes.

 

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