11/04/2011 di Redazione

Google: Page è un terremoto, atteso lo Tsunami

Larry Page, nuovo AD Google, si è mosso immediatamente, ristrutturando il modello gestionale e nominando nuovi dirigenti per i vari settori. Il comitato esecutivo ora conta ben poco, e i vice fanno rapporto direttamente al nuovo comandante.

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Larry Page, il nuovo AD di Google, ha rivoluzione l'organizzazione dell'azienda. Il dirigente ha infatti nominato diversi nuovi vice presidenti (SVP, Senior Vice President) a capo di altrettante divisioni. Ognuno di loro avrà una grande libertà d'azione, e risponderà direttamente a Page.

Marissa Mayer, simbolo della Google che fu?

Questa scelta fa parte dello sforzo mirato a far tornare in Google lo "spirito da start-up", alla ricerca di uno spirito innovativo che sembra essersi perso negli ultimi anni, di pari passo con l'evoluzione dell'azienda. Le attuali dimensioni di Google hanno infatti portato a derive burocratiche che hanno messo a freno la creatività e la capacità d'innovare. Un fenomeno ben noto in tutte le aziende di grandi dimensioni.

E così Page ha deciso di prendere una decisione radicale, che prevede anche il ridimensionamento del comitato esecutivo, visto che i vari neo vice presidenti riferiranno esclusivamente al CEO.

I nuovi nominati sono tutti nomi noti, ma questo non rende meno rilevante il "nuovo corso" istituito da Page. Tra le conseguenze infatti c'è già stata una fuoriuscita notevole, cioè quella di J. Rosemberg, che si è dimesso la settimana scorsa. E così oggi abbiamo:

Andy Rubin

Android: confermata la guida di Andy Rubin. Questo progetto ha già dimostrato una grande solidità. Destinato quasi certamente a diventare il sistema operativo mobile più diffuso al mondo, Android deve affrontare diverse sfide. Quelle più rilevante sono la frammentazione e i tablet.

Social. Vic Gundotra si conferma alla direzione di un settore molto delicato, che vede Google in diretta competizione con Facebook. Gundotra ha una responsabilità verso tutti i lavoratori Google, visto che Page ha deciso di tagliare, o aumentare, i bonus di fine anno in relazione al successo nel social.

VIc Gundotra

Google Chrome, confermato Sundar Pichai. L'ingegnere per ora ha deciso di restare a Google, convinto a rifiutare le offerte di Twitter in cambio di un incentivo milionario. Dovrà occuparsi dello sviluppo del browser e del sistema operativo che rispondono a questo nome.

YouTube. Salar Kamangar continuerà a guidare il sito di condivisione video più grande al mondo. Negli ultimi anni YouTube è passato da un forte passivo all'essere una notevole fonte di profitto, grazie alla pubblicità. Nel prossimo futuro ci si aspetta l'arrivo di contenuti premium, noleggio online, e aumento della qualità.

Advertising (pubblicità). Susan Wojcicki continuerà a gestire la principale fonte d'introito di Google. Guardando al lavoro che ha fatto fino ad ora, questa conferma non sorprende, e sarà certamente ben accolta dal mercato. Affittò a Page e Brin il garage dove fondarono l'azienda. 

Susan Wojcicki

Local & Commerce. Jeff Huber prende il posto di Marissa Mayer, e questo è probabilmente il cambiamento più notevole. Mayer, che è stata responsabile del prodotto principale (la ricerca web) per anni, si trova ora con un unico incarico nel comitato esecutivo, un organismo che però Page ha spogliato quasi di ogni significato. La dirigente non ha rilasciato commenti ufficiali, ma il suo futuro in Google è perlomeno incerto.

Ricerca Web. Alan Eustace è stato nominato responsabile unico per il principale prodotto di Google. Questa nomina conferma la grande fiducia dell'AD verso questo ingegnere.

A margine, vale la pena notare come Page sembri ispirarsi, almeno in parte, alla struttura di Apple. Anche l'azienda di Cupertino, infatti, è composta di settori con un buon margine di libertà, che rispondono direttamente a Steve Jobs. L'altro ispiratore è certamente Facebook: il social network non era una preoccupazione per Eric Schmidt, ma chiaramente lo è per Page. Il fattore rilevante in questo caso è il tempo che gli utenti passano online: le statistiche indicano che il vincitore è Facebook considerando questo parametro, e questo potrebbe deviare – anche pesantemente l'orientamento di spesa dei clienti. Ultimo punto di riferimento è Microsoft, che per Schmidt è ancora il concorrente numero uno. L'azienda di Redmond, per Page, è probabilmente il modello da evitare, proprio perché in oltre 20 anni è diventata il tipo di colosso pieno di burocrazia che il nuovo AD vuole evitare.

Infine, coma fa notare N. Carlson su Silicon Alley insider, il "nuovo corso" di Page ha un interessante valore aggiunto. Google si scrolla di dosso l'impronta burocratizzata e riacquista il vigore di una start-up, almeno nelle intenzioni. E in questo modo potrebbe risvegliare la disponibilità di aziende come Twitter o Foursquare, che nei mesi scorsi hanno rifiutato offerte di acquisizione, forse proprio per questo.

 

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