02/11/2015 di Redazione

Hp reloaded: inizia la nuova era con due aziende divise

Fresche di debutto in Borsa, le nuove Hp Inc e Hewlett Packard Enterprise dividono l’opinione pubblica. Meg Whitman ha parlato di nuove fondamenta e ricostruzione, mentre alcuni analisti sono scettici.

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La fine di un’era: Hp si divide. L’atto finale di una strategia annunciata circa un anno fa, che oggi diventa reale con il debutto in Borsa delle due nuove entità: Hewlett Packard Enterprise (abbreviata come Hpe) e Hewlett Packard Inc. La scissione di un colosso storico dell’It mondiale, nato 76 anni fa, nasce dalla volontà di proseguire nel cammino di risanamento (finanziario, innanzitutto) e di rifocalizzazione guidato da Meg Whitman, dopo l’interregno del precedente amministratore delegato Leo Apotheker, in carica per meno di un anno dal novembre del 2010 al settembre del 2011.

Periodo comunque sufficiente all’ex Ceo per chiudere la contestata acquisizione di Autonomy, società di analytics sovrastimata e pagata 10 miliardi di dollari con conseguenti problemi di indebitamento e di tribunale. E sufficiente ad Apotheker per farsi sfuggire, durante un’intervista, dichiarazioni sulla volontà di scorporare il business dei Pc (in cui allora l’azienda era primo vendor mondiale, prima del sorpasso di Lenovo) e poi vedersi licenziato e sostituito.

Da allora Hp, sotto la guida della donna che aveva portato al successo eBay (Whitman ne è stata Ceo dal 1998 al 2008, prima dell’avventura politica fra le schiere dei Repubblicani), molto è stato fatto per traghettare il vecchio colosso nel futuro. Risanando i debiti, cambiando l’immagine di Hp sotto lo slogan del “new style of It” e quindi combinando la vendita di Pc, server e stampanti con i servizi e con il cloud. E anche sacrificando non pochi dipendenti, con tagli culminati nei trentamila annunciati a settembre di quest’anno, circa il 10% della forza lavoro di Hp.

Adesso, davvero, si volta pagina, pur nella necessaria continuità – più volte ribadita dall’azienda – da garantire ai partner di canale e al mercato. Il risultato dalla divisione sono due aziende che rientrano nella lista Fortune 50, ciascuna con un fatturato superiore ai 50 miliardi di dollari e con finalità molto diverse. Hp Inc si focalizza sull’hardware dei Pc e delle stampanti per i mercati consumer e business, mentre Hewlett Packard Enterprise si occupa di server e sistemi per data center, servizi di analytics, cloud e consulenza.

Le due nuove “startup da 50 miliardi di dollari”, come le ha scherzosamente appellate la vice president delle risorse umane di Hp, Tracy Keogh, saranno vicine di casa in quel di Palo Alto: Hpe continuerà a risiedere nel quartiere generale di Hanover Street, mentre le attività di Hp Inc saranno trasferite in Page Mill Road, in un edificio degli anni Sessanta in cui è racchiuso (e conservato con l’arredo originale dell’epoca) l’ufficio dei fondatori  William Hewlett e David Packard.

 

 

Le due mele della discordia
“Stiamo rivoltando un’icona che si era persa per strada”, ha dichiarato ai giornalisti Meg Whitman, ora nel nuovo ruolo di presidente e Ceo di Hewlett Packard Enterprise, nonché di chairman di Hp Inc. “Stiamo cercando di preparare l’azienda per il prossimo capitolo gettando nuove fondamenta e ricostruendo l’edificio”.

Se questa ricostruzione sarà solida potrà dirlo solo il tempo. All’alba della nuova era di Hp, le opinioni sono divise. Secondo alcuni osservatori la nuova società "Enterprise", correndo da sola, più leggera e libera dal fardello dell’hardware, è meglio pronta a sfidare Ibm, Oracle e il nuovo colosso Dell-Emc. Anche per Hp Inc “la separazione sarà positiva”, come spiegato da Paul Teich, analista di Tirias Research, perché “permetterà di focalizzarsi sullo sviluppo dei prodotti, sui software infrastrutturali e su una ridefinizione di Pc e stampa 3D”.

A detta di Bob Dutkowsky, Ceo di Tech Data (un distributore da 28 miliardi di fatturato, di cui un quinto realizzato da vendite di prodotti Hp), “La vecchia Hp era diventata troppo grande e lenta. Due società possono essere più agili, reattive, competitive e innovative”. Fra chi non è d’accordo, Bernstein Research ha evidenziato come fattori negativi i costi dello spin-off e le più deboli sinergie che Hp potrà realizzare fra le due aziende separate. Più cauta la valutazione di Idc: come riassunto dall’analista Crawford Del Prete, finora “è stato fatto un ottimo lavoro di riduzione dei costi interni e di separazione (dei canali di vendita, ndr). Il vero lavoro inizia adesso”.

 

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