19/08/2015 di Redazione

I chip Skylake e Cortana svegliano i computer con la voce umana

Intel ha svelato una nuova funzionalità garantita dagli ultimi processori, in grado di ascoltare costantemente i rumori ambientali: i Pc dotati di Windows 10 potranno quindi essere attivati con frasi come “Cortana, wake up”. Il vendor non ha però specific

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I computer ci ascoltano. Sempre. Almeno quelli che verranno dotati dei nuovi processori Skylake di Intel, che presentano una funzionalità decisamente originale: permetteranno all’utente di attivare i Pc con Windows 10 semplicemente richiamando Cortana, l’assistente digitale del nuovo sistema operativo di Microsoft. Sarà sufficiente gridare o, per quelli più affettuosi con la propria macchina, sussurrare frasi come: “Cortana, wake up” o “Hey Cortana” e il gioco sarà fatto. La funzionalità, svelata dal produttore di chip durante l’Intel Developer Forum in corso a San Francisco, era in realtà già presente anche nei processori Core M, ma l’assenza di Cortana da Windows la rendeva pressoché inutilizzabile. E non si tratta nemmeno di una cosa totalmente nuova. I possessori di smartphone Moto X di Motorola, oppure della Xbox One, erano già in grado di “risvegliare” i propri dispositivi utilizzando la voce. Ora la stessa chance verrà data anche agli utenti dei computer.

Intel, durante il keynote dedicato alla funzionalità, non ha specificato i requisiti hardware per riuscire a parlare con il Pc, ma è probabile che non servano schede audio particolari. E, inoltre, il vendor non ha svelato i dettagli del consumo energetico aggiuntivo di questa opzione e come andrà a impattare sulla modalità standby. Un elemento che forse non andrebbe trascurato, in quanto il chip dovrà rimanere costantemente all’erta per catturare le frasi “magiche”.

Le persone più attratte da queste peculiarità tecnologiche potranno anche combinare il riconoscimento vocale con le novità che Windows 10 mette sul piatto. Ad esempio, nell’ultimo sistema operativo Microsoft ha introdotto Hello, un sistema che dà in “benvenuto” all’utente a ogni avvio dell’ambiente di lavoro, richiedendo di autenticarsi tramite riconoscimento facciale, lettura dell’iride, dell’impronta digitale o del tracciato dei vasi sanguigni nel palmo della mano. Evitando così di ricordarsi e, soprattutto, di inserire ogni volta la password.

 

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