22/01/2018 di Redazione

News di qualità premiate su Facebook, gli utenti giudicheranno

La nuova mossa anti-bufala del social network è l'ennesima modifica alle logiche del newsfeed: i contenuti saranno evidenziati o nascosti in base alla valutazione della loro affidabilità espressa tramite sondaggi.

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La lotta alle bufale online su Facebook non si fa soltanto con l'intelligenza artificiale, né solo con il lavoro dei professionisti del fact-checking o con le semplici segnalazioni di contenuti da rimuovere. Il social network è pronto a mettere mano ancora una volta alle logiche sottostanti al newsfeed, ovvero alla pubblicazione automatica e personalizzata di contenuti che si suppongono rilevanti per l'utente. D'ora in poi verrà data ancor più priorità alle notizie “affidabili” e di “alta qualità”, cioè che siano state valutate come tali dagli stessi lettori. Si rafforza quindi il ruolo delle persone, ruolo finora limitato alla possibilità di segnalare i contenuti di spam e disinformazione.

Come spiegato da Mark Zuckerberg, d'ora in poi durante le periodiche indagini di qualità Facebook chiederà alle persone “se abbiano familiarità con una fonte di notizie e, in tal caso, se abbiano fiducia nei suoi confronti”. I risultati dei questionari influenzeranno poi il ranking assegnato ai contenuti giornalistici o che si spacciano per tali, premiando le fonti affidabili e penalizzando quelle a cui le persone non accordano fiducia. La quantità di notizie visualizzate resterà invariata, mentre si modificherà la loro composizione. I cambiamenti si osserveranno nel tempo, ma fin da ora la piattaforma inizierà a dare più risalto nel newsfeed alle testate giornalistiche già considerate affidabili, nonché alle notizie locali (personalizzate, dunque, in base alla residenza geografica dell'utente).

L'iniziativa giunge a valle delle interrogazioni parlamentari subite negli Stati Uniti da Facebook, ma anche da Twitter e da Google per il loro ruolo di involontario complice nella campagna di disinformazione portata avanti per più di un anno da burattinai russi, forse legati al Cremlino, ai danni del partito Democratico e di Hillary Clinton. Le discussioni ancora non si sono spente, ma anzi solo tre giorni fa Twitter è stata costretta a svelare di aver conteggiato oltre cinquantamila account propagatori di bufale collegate alla campagna presidenziale Usa. Quasi 680mila cittadini statunitensi (almento 677.775, per la precisione) sarebbero stati raggiunti da questo mare di cinguettii truffaldini.

 

 

Secondo i calcoli dell'azienda di Menlo Park, invece, la campagna di disinformazione politica sarebbe stata visualizzata da 126 milioni di iscritti a Facebook. “C'è troppo sensazionalismo, disingormazione e polarizzazione dell'informazione nel mondo di oggi”, ha scritto Zuckerberg. “I social media consentono alle persone di diffondere le informazioni molto più rapidamente che in passato e, se non affrontiamo in modo specifico questi problemi, finiremo per amplificarli”.

È certo tempo di cambiamenti per il social network (ma lo è sempre) e in particolare per il newsfeed. Solo pochi giorni fa Zuckerberg aveva annunciato un'altra modifica destinata a migliorare l'esperienza utente e a riavvicinare le persone a Facebook: si darà più risalto ad aggiornamenti, foto e link pubblicati dagli amici, e meno spazio ai contenuti sponsorizzati dalle aziende.

 

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