19/01/2018 di Redazione

Obsolescenza programmata, Apple e Samsung nel mirino dell'Antitrust

Avviate due indagini e ispezioni nelle sedi italiane delle due multinazionali: il sospetto è quello di pratiche commerciali scorrette attraverso gli aggiornamenti software di iPhone e Galaxy. A marzo Apple inizierà a saldare la maxi-multa per i mancati ve

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Samsung ed Apple, rivali acerrime, per una volta navigano nelle stesse acque. Acque non buone, quelle di un'indagine dell'Antitrust italiano seguita alle polemiche sui rallentamenti degli iPhone e sull'obsolescenza programmata: il sospetto, gravante non solo sull'azienda di Cupertino ma anche sulla casa madre di Galaxy, è quello di aver diffuso aggiornamenti software mirati a degradare le prestazioni dei telefoni, non per salvaguardare le batterie e la qualità della user experience (come sostiene Apple) bensì per stimolare l'acquisto di modelli più recenti. Non con l'innovazione o con il marketing ma danneggiando i loro stessi prodotti e, quel che più conta, la fiducia dei clienti.

Come riferito dall'Ansa, l'Antitrust ha avviato nei confronti delle società dei gruppi Samsung ed Apple operanti in Italia due distinti procedimenti per pratiche commerciali scorrette; il nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza ha già condotto ispezioni nelle sedi delle due aziende. Le indagini sono partite in seguito a segnalazioni dei consumatori e a un'attività preistruttoria svolta d'ufficio. Si dovrà verificare se, anche nel nostro Paese, le due società multinazionali abbiamo condotto “una generale politica commerciale volta a sfruttare le carenze di alcuni componenti per ridurre nel tempo le prestazioni dei propri prodotti e indurre i consumatori ad acquistarne nuove versioni".

Secondo le lamentele di alcuni clienti, inoltre, sarebbero stati proposti aggiornamenti software “senza segnalare le possibili conseguenze dello stesso aggiornamento e senza fornire sufficienti informazioni per mantenere un adeguato livello di prestazioni di tali dispositivi, promossi ed acquistati per le loro specifiche ed elevate caratteristiche tecnologiche”.
 

Oltreoceano, da queste accuse Apple ha già tentato di scansarsi, a più riprese. Con delle scuse formali, non per le cattive intenzioni ma per la carenza di chiarezza nel comunicare il meccanismo del throttling, introdotto con alcuni aggiornamenti di iOS. Con uno sconto sull'acquisto di nuove batterie, peraltro presto andate soldout. Con un'intervista in cui Tim Cook rinnovava le scuse, ma anche ribadiva l'estraneità da qualsiasi fine di obsolescenza programmata. E poi con l'annuncio di un prossimo aggiornamento di iOS che concederà di disattivare il throttling, se sgradito. Tutto questo certo non basterà a contrastare le più di trenta class action avviate negli Stati Uniti né, adesso, anche le indagini del nostro Antristrust.

La risposta giunta da un portavoce della società dei Galaxy, invece, è stata stringata e formale: “Samsung non rilascia aggiornamenti software al fine di ridurre le performance dei propri prodotti durante il loro ciclo di vita. La società conferma la propria totale collaborazione con l'Antitrust e si sta adoperando per fornire tutte le informazioni richieste al fine di chiarire la situazione. La soddisfazione dei nostri clienti è e sarà sempre la priorità della nostra azienda”.

 

 

In attesa di capire come gestire questa nuova grana, Apple sta cercando di archiviare quella vecchia e nota delle tasse non corrisposte al fisco irlandese. Come annunciato lo scorso dicembre, nonostante l'opposizione di principio la società californiana ha deciso di saldare la multa da 13 miliardi di euro voluta dall'Antitrust della Commisione Europea. Una somma che dovrà compensare i mancati versamenti di oltre dieci anni, conseguenza del favoritismo fiscale concesso dall'Irlanda in cambio del contributo di Apple al mercato del lavoro e all'economia locale. Pur continuando a definire tale multa come un colossale errore, l'azienda di Tim Cook inizierà gradualmente a saldarla a partire dal mese di marzo e terminerà l'opera entro la fine di settembre. Lo ha annunciato Derek Moran, segretario generale del Dipartimento delle Finanze irlandese, in una lettera indirizzata alla Public Accounts Committee.

 

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