11/01/2016 di Redazione

Samsung, trimestre fumoso: tutti a scuola nella Silicon Valley

Il colosso asiatico ha pubblicato le stime degli ultimi tre mesi del 2015: fatturato piatto e profitto operativo salito di 15 punti. Numeri per nulla sufficienti per vivere con tranquillità. Per tornare a crescere seriamente, l’azienda vuole spedire i pro

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L’ultimo trimestre del 2015, fondamentale per molte aziende in quanto coincide con il periodo delle spese natalizie, ha lasciato a Samsung un regalo a metà. Il colosso sudcoreano ha infatti pubblicato le stime delle proprie performance sul mercato negli ultimi tre mesi dell’anno scorso, registrando un andamento non del tutto soddisfacente. Il fatturato è rimasto pressoché invariato rispetto al Q3 del 2015 (+0,5%), ma il profitto operativo è salito del 15%, toccando circa 4,62 miliardi di euro. Un segnale che si può leggere in modo positivo e che prosegue sulla strada segnata nel terzo trimestre, il primo col segno più dopo sette quarter di calo sia nei profitti sia nel fatturato. Ma che non è affatto sufficiente per gridare alla vittoria. Anzi: le stime del Q4, i cui risultati definitivi sono attesi per la fine di gennaio, sono nettamente inferiori rispetto a quanto atteso dagli analisti e non piaceranno sicuramente agli investitori. E la generale piattezza nelle vendite lascia aperti interrogativi inquietanti per il 2016.

Come ha sottolineato infatti Lee Seung-woo, analista di Ibk Securities, “l’obiettivo di Samsung per quest’anno sarà soprattutto cercare di minimizzare i danni causati da condizioni di business molto dure”. Il mercato degli smartphone continuerà a dare poche soddisfazioni anche nei prossimi 12 mesi, a causa anche della nefasta spirale cinese: un problema gigantesco per Samsung, che è tuttora il principale produttore di cellulari al mondo e che sta subendo una concorrenza senza precedenti proprio dagli Oem cinesi.

Ma, secondo Forbes, il gigante sudcoreano dovrà lottare anche per mantenere la superiorità in altri mercati, come quello dei chip e dei televisori, che ultimamente stanno sostenendo i conti del gruppo di Seul. Inoltre, leggendo più nel dettaglio i pochi numeri forniti finora da Samsung, è possibile capire come la “ripresa” della compagnia asiatica sia tutt’altro che sicura. L’aumento di 15 punti del profitto è infatti su base annuale e il quarto trimestre del 2014 è stato per il vendor un periodo disastroso, con un crollo nelle consegne di smartphone dell’8,2%, aggravato da una diminuzione del 50% nel comparto dei dispositivi di fascia alta, quelli generalmente più profittevoli.

 

Il Galaxy S6 e la variante Edge sono indicati tra i principali "colpevoli" del rallentamento di Samsung

 

Per dimostrare al mondo la propria solidità, Samsung avrebbe dovuto registrare numeri molto diversi. Gli analisti hanno puntato il dito in particolar modo contro gli ultimi modelli della linea Galaxy, che non sono riusciti ad attrarre i desideri dei consumatori, nemmeno sotto le feste di Natale. Il gruppo sudcoreano è stato così costretto a spingere le vendite con una campagna di sconti molto aggressiva, riducendo però in questo modo il margine di profitto.

Il cambio di passo non è ormai più rinviabile. E la dirigenza di Samsung ne è consapevole. Il Wall Street Journal ha riportato i passaggi di un’intervista al co-chief executive del gruppo, B.K. Yoon, che ha spiegato come la compagnia voglia iniziare a frequentare molto di più l’ambiente della Silicon Valley, visto dalle parti di Seul come elemento determinante per avere successo sul mercato. “Se lavoriamo solo tra di noi non riusciremo mai a tenere il passo con il cambiamento”, ha sottolineato Yoon durante il Ces di Las Vegas. I californiani sono avvisati: nei prossimi mesi l’afflusso di sudcoreani in giacca e cravatta nella “valle del silicio” aumenterà notevolmente.

 

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