10/05/2024 di Valentina Bernocco

Semiconduttori, radiografia di un mercato complesso e ciclico

Le previsioni sull’andamento delle vendite e i numeri di Nvidia, Amd, Arm, Tsmc, Stmicroelecronics.

Dopo un 2023 difficile, il mercato dei semiconduttori ha davanti un futuro luminoso grazie alla crescente digitalizzazione di ogni aspetto della società e grazie, anche, all’intelligenza artificiale. Questo complesso e segmentato mercato ha conosciuto negli ultimi anni momenti di crisi della domanda e dell’offerta, per poi attraversare una fase di entusiasmo sui componenti di calcolo e memoria a supporto dei workload di intelligenza artificiale.

Vero è che nel 2023 il giro d’affari globale di questo mercato è sceso del 9,4%, totalizzando 520 miliardi di dollari, secondo Deloitte. Ma quest’anno si tornerà ai livelli del 2022, anche grazie a una ripresa della domanda di smartphone e computer da parte di aziende e consumatori. Anche Idc a fine 2023 pronosticava per quest’anno una crescita delle vendite intorno al 20%, dovuta soprattutto alla risalita dei prezzi lungo una supply chain (causata a sua volta dalla riduzione dei livelli di magazzino). Altre forze propulsive saranno la ripresa graduale della domanda di smartphone e Pc e, soprattutto, la forte domanda di processori per l’intelligenza artificiale.

Fin qui siamo alle promesse, ma una conferma della risalita è racchiusa nei numeri della Semiconductor Industry Association sul mese di febbraio scorso: le vendite hanno toccato quota 46,2 miliardi di dollari, crescendo del 16,3% rispetto al secondo mese del 2023. In Europa, tuttavia, a febbraio le vendite erano ancora in calo del 3,4% anno su anno.

In base a recenti stime di Fortune Business Insight, il mercato crescerà a un tasso Cagr del 12,2% tra il 2022, anno in cui valeva 573,44 miliardi di dollari, al 2029, quanto supererà i 1.380 miliardi. La società di ricerca cita, tra i fattori di traino del mercato, la crescente domanda di componenti al silicio per un ampio raggio di dispositivi, dagli smartphone (con domanda attesa in forte crescita specie in Cina), ai televisori, agli elettrodomestici. Le crescenti tensioni politiche e commerciali tra Stati Uniti e Cina si rifletteranno sullo scenario di mercato, con una prevedibile crescita della produzione in Asia a discapito del peso delle fabbriche nordamericane. L’Europa, anche con la spinta dei finanziamenti del Chips Act, da qui alla fine del decennio punta a incrementare i volumi di produzione e le attività di ricerca & sviluppo, ma difficilmente potrà inserirsi nel duopolio Usa-Cina. Gli analisti pronosticano, comunque, per l’Europa una discreta crescita del mercato chip alimentata dal settore automobilistico e dalle telecomunicazioni.

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Tornando al presente, come stanno performando i principali player di questo mercato? Nell’ultimo anno, la grande protagonista delle cronache e dei mercati finanziari è stata sicuramente Nvidia, che non solo è entrata nel club delle “trillion dollar company” (aziende da oltre mille miliardi di dollari di valore di capitalizzazione) ma che in pochi mesi ha raddoppiato il proprio valore superando, lo scorso febbraio, la soglia dei 2.000 miliardi. Nell’anno fiscale 2024, chiuso il 28 gennaio, Nvidia ha ottenuto 60,9 miliardi di ricavi, con un incremento del 126% rispetto al precedente anno fiscale. 

L’andamento di Arm, molto legato al mercato smartphone, è meno sorprendente ma comunque positivo. L’azienda si attende per l’intero anno fiscale chiuso al 31 marzo ricavi compresi fra 3,8 e 4,1 miliardi di dollari: il valore in mezzo alla forbice, 3,95 miliardi, è leggermente inferiore alle stime degli analisti (3,99 miliardi). Nel quarto trimestre c’è stata una chiara risalita, dovuta anche ad alcuni contratti di licensing attivati: i ricavi hanno toccato quota 928 milioni, con una crescita del 47% anno su anno e un dato ben superiore alle attese degli analisti (875,6 milioni). L’azienda ha attualmente una valutazione di circa 100 miliardi di dollari, ovvero ha raddoppiato il valore delle proprie azioni rispetto al debutto in Borsa dello scorso settembre.

Sul buon andamento di Samsung influiscono soprattutto le memorie e in particolare quelle a elevata larghezza di banda (High Bandwidth Memory, Hbm) destinate alle applicazioni di AI generativa: l’azienda quest’anno punta a triplicare le forniture di tali componenti. Il settore delle Hbm è sostanzialmente dominato da Samsung e SK Hynix, entrambe sudocoreane, che si contendono i contratti di fornitura a grandi clienti come Nvidia e Amd.

A proposito di Amd, l’azienda ha pronosticato per quest’anno la vendita di circa 4 miliardi di dollari di chip per l’intelligenza artificiale (come gli acceleratori MI300X, lanciati a fine 2023), valore che supera di circa mezzo miliardo di dollari la precedente stima tracciata dall’azienda ma è inferiore alle attese degli analisti. A fine aprile Amd ha chiuso il primo trimestre del nuovo esercizio fiscale con 5,47 miliardi di dollari di ricavi, dato in aumento del 2% anno su anno, mentre i 188 milioni di dollari di utile netto segnano una crescita del 188% sul “rosso” dell’anno precedente. A fare da traino sono state soprattutto le vendite di componenti premium per server e Pc, mentre sono scese le vendite di prodotti per il gaming e sistemi embedded.

La italo-francesen StMicroelectronics risente, invece, di un calo di domanda di semiconduttori per l’automotive e per l’industria. Il primo trimestre dell’anno fiscale si è chiuso tutto in calo, di fatturato (-18,4% anno su anno), di margine operativo (passato dal 28,3% al 15,9%) e di utile netto.

Un altro grande player del settore, Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (Tsmc), tre settimane fa ha comunicato buoni  numeri sul primo trimestre dell’anno fiscale, chiuso al 31 marzo: quasi 18,9 miliardi di dollari di ricavi, in crescita del 16,5% anno su anno, e utile netto migliorato dell’8,9%. L’andamento trimestre su trimestre segna, invece, un calo del 5,3% nei ricavi e del 5,5% nell’utile netto. La stagionalità del mercato smartphone impatta in negativo su questi numeri, ha spiegato l’azienda, ma è bilanciata in positivo dalla crescita della domanda di componenti per l’High Performance Computing (Hpc).

È fresca l’indiscrezione del Wall Street Journal secondo cui Apple avrebbe coinvolto Tsmc nella progettazione e produzione di chip destinati a server. Nota internamente come “Projet Acdc” (acronimo di Apple Chips in Data Centers), l’iniziativa sarebbe in corso da anni. 

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