23/07/2018 di Redazione

Amazon e Wikipedia si accontentano di password poco creative

Secondo una ricerca dell’Università di Plymouth, sono ancora deludenti le prassi di impostazione delle chiavi di accesso per la maggior parte dei siti più popolari sul Web. L’autenticazione a due fattore, invece, fa passi da gigante.

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Siamo abituati a pensare che i siti più famosi del Web siano anche i più sicuri, eppure forse ci sbagliamo. Steven Furnell, professore dell’Università di Plymouth, conduce da undici anni una ricerca volta a studiare le abitudini degli utenti in materia di password. Il campione di indagine comprende dieci tra i migliori siti in inglese: Google, Wikipedia, Facebook, Reddit, Twitter, Instagram, Amazon, Yahoo, Microsoft Live e Netflix. Secondo la testata Techcrunch, che ha divulgato il report di Furnell, i tre portali con le “best password practices” sarebbero Google, Microsoft e Yahoo. Di contro, tra i peggiori figurano Reddit, Wikipedia e, a sorpresa, Amazon. Sembrerebbe infatti che la piattaforma di Jeff Bezos accetti qualsiasi tipologia di chiave, incluso username, il cognome dell’utente e l’immarcescibile “password”.

Tali mancanze lasciano alquanto perplessi, dal momento che un accesso da parte di attori malintenzionati rappresenta un pericolo molto maggiore se effettuato su un account Amazon rispetto a Wikipedia, che non registra dati sensibili come le carte di credito. Secondo la ricerca, anche Netflix e Reddit accettano la parola “password” in fase di registrazione, mentre l’enciclopedia libera non richiede un numero minimo di caratteri.

Il problema comune a tutti i siti analizzati è, però, la mancanza di istruzioni per gli utenti, che si ritrovano a inserire una stringa e a doverla modificare di volta in volta in base alle richieste della piattaforma. Sarebbe invece molto più utile, ad esempio, che elencassero sempre i requisiti richiesti per la creazione della chiave, spiegano anche le ragioni alla base di tali richieste. In questo modo le persone sarebbero spronate a inventare codici alfanumerici più complessi.

 

Fonte: Università di Plymouth

 

D’altro canto, il progetto di Furnell evidenzia passi da gigante nell’autenticazione a due fattori, che si spera si sposti agli Sms o ad applicazioni specifiche (come Google Auth) in quanto considerati strumenti più efficaci della sola password. La conclusione del report è, comunque, la stessa degli anni precedenti: sebbene l’utilizzo dei due fattori sia un inizio, quello della sicurezza dei codici di autenticazione è un serio problema, per il quale si continua a “incolpare gli utenti” per il modo in cui li elaborano e non le piattaforme che, invece, li approvano senza battere ciglio.

 

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