“Nei prossimi mesi il News Feed di Facebook cambierà significativamente”. A dichiararlo è stato direttamente il numero uno del social network, Mark Zuckerberg, che in un post pubblicati ieri sulla piattaforma blu ha sottolineato come una serie di modifiche all’algoritmo che regola i contenuti visibili sul News Feed porterà benefici tangibili per gli utenti. “Abbiamo ricevuto numerosi feedback dalla nostra comunità secondo cui i post pubblici, vale a dire quelli provenienti da aziende, brand e media, stanno sovrastando i momenti personali che ci consentono di sentirci più vicini uno all’altro”, ha scritto Zuckerberg. “È facile capire perché siamo giunti a questa situazione. I video e gli altri contenuti pubblici negli ultimi anni sono esplosi su Facebook e, dal momento in cui ci sono più post pubblici rispetto a quelli provenienti da amici e parenti, il baricentro del News Feed si è progressivamente spostato” in favore dei primi.
L’aggiornamento previsto dal social network si tradurrà quindi in un peso maggiore assegnato a foto, messaggi e altro materiale pubblicato da amici e familiari rispetto a quanto messo in circolazione dalle pagine. Secondo Zuckerberg, si tratta di un vero e proprio ritorno alle origini della piattaforma, quando veniva utilizzata praticamente solo da persone in carne e ossa e le aziende conoscevano ancora poco il mondo dei social network.
Più “interazioni significative” e meno “contenuti passivi”, quindi, nelle parole del Ceo, che si è detto “interessato alla felicità delle persone”. “Sentiamo una responsabilità forte: vogliamo che i nostri servizi non siano soltanto divertenti, ma anche utili per migliorare il benessere […], che aumenta quando utilizziamo i social media per collegarci alle persone a cui vogliamo bene”.
Una scelta all’apparenza controproducente per Facebook, confermata dallo stesso Ceo: “Una volta che le modifiche verranno implementate è molto probabile che il tempo medio speso sul social scenderà […] ma sarà anche molto più prezioso”. Uno Zuckerberg benefattore? Difficile pensarlo. La strategia è volta soprattutto a ripristinare la fiducia con la community, mai così bassa come in questi mesi, ridando così ulteriore slancio al business. Anche se, guardando i numeri (oltre due miliardi di utenti), non sembra essercene bisogno.