14/07/2015 di Redazione

Hp e Intel vanno a braccetto per creare i supercomputer di domani

Durante la Isc di Francoforte le due aziende hanno annunciato la “High Performance Computing (Hpc) alliance”, per offrire a un mercato in forte espansione soluzioni avanzate di elaborazione dati. Verranno creati nuovi centri di eccellenza e le compagnie m

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I colossi dell’informatica si sono uniti per sviluppare i supercomputer di prossima generazione. Hp e Intel hanno infatti annunciato la “High Performance Computing (Hpc) alliance”, per rispondere in modo adeguato alle esigenze di calcolo di grandi imprese, governi e mondo accademico. Oltre che al proprio appetito finanziario. Secondo Idc, nel 2019 il mercato dell’Hpc varrà 15,2 miliardi di dollari. Quella che è già stata definita la “tempesta perfetta” include diversi elementi, che concorrono a creare l’ambiente ideale per la crescita dei supercomputer. Innanzitutto, l’adozione su vasta scala della mobilità, dell’Internet delle cose e il boom delle tecnologie cloud stanno portando al “fiorire” di enormi collezioni di informazioni, i cosiddetti Big Data. Risorse preziose, che aziende e istituzioni devono essere in grado di analizzare in tempo reale per definire strategie vincenti. Ma l’high performance computing è capace di soddisfare le richieste di settori molto distanti tra loro: questa rappresenta un ulteriore caratteristica vincente.

Estrazione petrolifera, genomica, trading finanziario live, apprendimento approfondito sono soltanto alcuni dei comparti in cui già oggi si può applicare l’Hpc, ottenendone immediati vantaggi. Ma come si concretizzerà l’alleanza tra Hp e Intel? Le due compagnie creeranno nuovi centri di eccellenza per studiare e sviluppare tecnologie sempre più avanzate. Hp metterà sul piatto il proprio Hpc Solutions Framework, basato sui sistemi top di gamma Apollo: macchine che già oggi implementano chip Intel. Quest’ultima, invece, tra le altre cose ha mostrato alla recente International Supercomputing Conference di Francoforte la Omni-Path Architecture, disponibile dal quarto trimestre del 2015.

Un fabric di rete basato su tecnologia proprietaria True Scale Fabric, in grado di scalare alla bisogna fino a centinaia di migliaia di nodi, con un tasso di message switching superiore del 73% rispetto all’InfiniBand Edr. L’obiettivo della società di Santa Clara è includere a breve questa architettura nei processori di prossima generazione Intel Xeon e Xeon Phi – la versione ribattezzata Knights Landing avrà 72 core –, migliorando caratteristiche considerate fondamentali per l’Hpc come prestazioni, affidabilità e densità. Riducendo anche di conseguenza i costi. Il primo prodotto che arriverà sul mercato è stato ribattezzato Omni-Path Architecture 100 Series.

 

Il rack Apollo f8000 di Hp è parte del sistema Apollo 8000 dell'azienda, dedicato all'Hpc

 

A questa piattaforma, Intel affiancherà poi anche il software Lustre, progettato per rispondere in modo adeguato al cosiddetto high-performance storage. Le potenzialità di questa soluzione verranno ulteriormente ampliate con la prossima release della Cloud Edition for Lustre Software v1.2 e della Enterprise Edition for Lustre Software v2.3. Intel ha dichiarato che, in aggiunta alla collaborazione con Hp, presto altri cinquanta vendor adotteranno questi componenti. L’azienda non è nuova nel campo dei supercomputer: lo scorso aprile ha presentato Aurora, una soluzione realizzata per il Dipartimento dell’Energia statunitense composta da 50mila nodi, capace di offrire 180 petaflops di potenza di calcolo per un consumo energetico di circa 13 megawatt.

 

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