15/06/2012 di Redazione

Il mercato Ict passa il testimone al digitale. Che cresce

Il Rapporto Assinform 2012 inaugura ufficialmente una nuova definizione per il comparto tecnologico, che abbraccia le voci dei device mobili consumer e quelle delle applicazioni per l’Internet delle cose. Che vale complessivamente circa 70 miliardi di eur

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“Non si può più misurare il mercato come in passato, va allargato il perimetro”, parola di Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting e “papà” dei dati che costituiscono l’ossatura del Rapporto Assinform. I presupposti per cui limitare la fotografia del settore Ict alle voci che storicamente lo hanno composto (hardware, software e servizi IT e apparati e servizi telco) possono essere tanti e più o meno condivisibili.

Sta di fatto che, come già anticipato nei mesi scorsi, il Rapporto 2012 si arricchisce di un’appendice che assumerà, è lecito pensarlo, sempre maggiore consistenza in futuro. Il Global Digital Market, definito come la “nuova visione analitica dell’Ict per leggere i nuovi scenari di mercato” esibisce figure ben diverse dalle componenti  tradizionali, il cui giro d’affari è stimato a fine anno in discesa del 2,5%.

Di segno meno (sebbene solo dell’1%) è anche il dato previsionale per il mercato digitale aggregato ma ci sono tre elementi che vanno rimarcati. Il primo: il fatturato 2011 è stato di 69,3 miliardi di euro contro i 58 miliardi del comparto Ict convenzionale. Il secondo: le componenti innovative aggiuntive sono date in crescita per il 2012 del 6,7%, per complessivi oltre 12 miliardi. Il terzo: la maggior parte delle voci che lo compongono è in attivo per quanto riguarda il 2011: gli e-reader del 718,8%, gli smartphone del 33,6%, i contenuti digitali del 5,8%, la pubblicità online del 12,5%, il software applicativo dell’1,7%.

Detto che, parole di Capitani, anche il Global Digital Market nel suo insieme deve vincere alcune scommesse importanti – a cominciare da quella che dovrebbe vedere gli attori locali del settore It (system integrator e affini) elevarsi a fornitori di servizi cloud – che ci si trovi di fronte a un universo a due velocità lo pensa in modo convinto anche il presidente di Assinform Paolo Angelucci. Che in occasione della presentazione del Rapporto ha evidenziato una differenza evidente: “il mercato Ict tradizionale ha perso negli ultimi due anni il 6% di ricavi, quello dei prodotti innovativi digitali è cresciuto del 13%.

Non bastasse il dato di cui sopra, Angelucci ha guardato all’evoluzione prossima dei due comparti ribadendo come da una parte “recessione, credit crunch e necessità di risanamento  di bilancio stanno penalizzando in modo sempre più grave gli investimenti in  innovazione” e dall’altra come “nella crisi si stanno  manifestando anche importanti nuove opportunità già in grado di raddrizzare  verso l’alto i trend negativi”.

I diversi fenomeni del nuovo universo digitale
La necessità di gestire i Big Data, di fare propri gli strumenti di social enterprise e di consolidare e modernizzare le infrastrutture It verso il paradigma del cloud (oggi ancora poco visibile ma che cambierà radicalmente il modo di fruire e distribuire le risorse informatiche), i device mobili e la consumerizzazione, l’Internet delle cose.

Gli elementi che “giustificano” la scelta di Assinform di parlare di un nuovo mercato non mancano e il filo rosso che dovrebbe rendere tutti d’accordo su questo principio è la diffusione degli strumenti digitali e il fatto che questi hanno generato nuovi modi di usare la tecnologia, nuovi modelli di offerta e  nuovi attori del mercato.

Un cambiamento che non è avaro di esempi concreti. Quali? Secondo Capitani le banche, l’auto (emblema del prodotto tradizionale che diventa digitale), i progetti delle smart city. E ancora: nell’ambito della categoria dispositivi e sistemi, prevista in leggerissima risalita quest’anno (+0,1%, per un volume d’affari di circa 17, 3 miliardi) oggi fanno capolino le soluzioni (apparati e software) per la videosorveglianza e quelle a supporto degli apparati medicali.

Nel segmento personal & mobile device emerge evidente il diverso stato di salute fra i notebook (in discesa del 18%) e i tablet (in salita del 124%, grazie ai circa 860mila pezzi venduti nel 2011). E poi il software applicativo di nuova generazione, inteso come applicazioni per l’Internet delle cose che interessano praticamente tutti i settori verticali, e le piattaforme per la gestione di siti e portali e dei pagamenti elettronici.

La rivoluzione digitale, questo vuole dirci in buona sostanza il Rapporto Assinform, è già iniziata e ha già prodotto risultati tangibili a livello di numeri (fatturato); meno, forse, se ne sono visti gli effetti dal lato della domanda (le Pmi continuano in linea generale a non vedere gli investimenti in tecnologie innovative come una priorità) e anche da quello dell’offerta.
 

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