07/03/2016 di Redazione

La “cura dimagrante” fa bene ad Hpe anche se rimane il segno meno

Hewlett Packard Enterprise ha riportato i primi conti trimestrali dopo la separazione definitiva da Hp Inc. Il fatturato è stato di 12,7 miliardi di dollari, in calo del 3% anno su anno (ma sarebbe stato più 7% in valuta costante), con un utile per azione

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Essere snelli e agili, in un contesto economico ancora difficile e incerto, sembra pagare. Almeno per Hewlett Packard Enterprise, che ha riportato i primi risultati trimestrali dopo la scissione da Hp Inc. Hpe, nei tre mesi chiusi il 31 gennaio scorso (Q1), ha fatturato 12,7 miliardi di dollari: numeri in realtà in calo del 3% anno su anno, con utili a 300 milioni (meno 50%, abbattuti dalle spese sostenute per finalizzare la separazione), ma superiori alle attese degli analisti, che stimavano un trimestre a 12,68 miliardi. In valuta costante lo scenario sarebbe stato differente, perché Hpe sarebbe cresciuta di quattro punti in termini di giro d’affari globale. L’utile per azione Gaap si è invece attestato sui 15 centesimi di dollaro, in calo rispetto ai 30 dello stesso periodo dell’anno precedente ma superiore rispetto ai 13 centesimi stimati. Soddisfatto il Ceo di Hpe, Meg Whitman, che ha sottolineato come il gruppo sia ora più concentrato su linee di prodotto specifiche.

“Prima seguivo sei business diversi, adesso posso focalizzarmi su tre”, ha commentato il numero uno della società alla Cnbc. “Così posso parlare di più con i clienti […]. Penso che i risultati positivi di questo trimestre vengano tutti dalla separazione, voluta per creare due realtà diverse con maggior capacità di concentrazione da parte dei nostri leader. Penso che questa sia la prima dimostrazione che avevamo ragione”.

Purtroppo non può dire le stesse cose Dion J. Weisler, Ceo dell’altra costola Hp Inc, che ha chiuso di recente il primo trimestre dell’anno fiscale 2016 con un fatturato in calo del 12% anno su anno (12,2 miliardi di dollari) e con un utile a meno 16% (700 milioni). L’andamento negativo del mercato dei computer e di altri dispositivi come i tablet non hanno sicuramente aiutato le performance dell’azienda, che cercherà però di risalire la china puntando di più su nuovi prodotti, come il phablet Elite X3.

 

Fonte: Hpe

 

Tornando ad Hpe, fa ben sperare l’andamento anno su anno dell’Enterprise Group, che ha chiuso il trimestre con un modesto aumento dell’un per cento a 7,1 miliardi di dollari, grazie soprattutto ai prodotti del segmento Networking (più 54% anno su anno). Con un dollaro meno forte, l’azienda avrebbe concluso i tre mesi con un più 7%. Server e storage hanno però chiuso in negativo, rispettivamente a 3,6 miliardi (-1%) e 800 milioni di dollari (-3% anno su anno).

La divisione Enterprise Services ha invece totalizzato 4,7 miliardi di dollari, con una flessione del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno fiscale 2014, mentre la business unit Software è risultata in calo del 10% anno su anno (780 milioni). Quale futuro attende ora Hpe? Come annunciato dalla stessa Whitman durante la call con gli analisti, l’azienda vede interessanti prospettive nell’Internet delle cose. Inoltre, a breve arriveranno nuove soluzioni iperconvergenti basate sui server della famiglia Proliant, insieme a una nuova offerta di server basata sulla tecnologia di storage chiamata Persistent Memory.

Per il secondo trimestre dell’anno fiscale 2016, infine, Hpe stima un Eps diluito Gaap nell’ordine dei 13-17 centesimi di dollaro, mentre l’utile per azione non-Gaap rimarrà in un range compreso tra i 39 e i 43 centesimi (esclusi i costi dopo le tasse dovuti alla ristrutturazione societaria). Per tutto l’anno fiscale 2016, invece, Hewlett Packard Enterprise stima un Eps diluito Gaap tra i 75 e gli 85 centesimi di dollaro.

 

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