21/03/2019 di Redazione

La paura dei cyberattacchi spinge le aziende a spendere

Nel 2019 il mercato della sicurezza supererà i 103 miliardi di dollari, in rialzo del 9,4% sul 2017. I dati di Idc rivelano che i tre settori caratterizzati dal maggior tasso di investimenti saranno il bancario, il manifatturiero discreto e la PA.

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Le aziende sono sempre più ossessionate dalla sicurezza. Malgrado gli incidenti informatici siano all’ordine del giorno, come ci ricorda il blocco agli impianti di produzione del colosso siderurgico Norsk Hydro per colpa di un ransomware, le imprese continuano a spendere in modo massiccio per acquistare hardware, software e servizi di cybersecurity. Secondo gli ultimi dati elaborati da Idc, nel 2019 gli investimenti supereranno quota 103 miliardi di dollari, per una crescita rispetto al 2017 del 9,4 per cento. E la tendenza non dovrebbe arrestarsi neanche nei prossimi anni, toccando 133,8 miliardi nel 2022 per un Cagr (tasso di crescita annuale composto) del 9,2 per cento nel quinquennio 2018-2022.

I tre settori che spenderanno di più (30 miliardi) saranno il bancario, il manifatturiero discreto e la Pubblica Amministrazione. Seguiranno poi l’industria della trasformazione, i servizi professionali e le telecomunicazioni con circa 6 miliardi a testa. Me le tlc, grazie a un Cagr dell’11,8 per cento, nel 2022 diventeranno il quarto mercato per investimenti in soluzioni di sicurezza. “A prescindere dal settore, queste tecnologie saranno una priorità per quasi tutte le multinazionali”, ha sottolineato Jessica Goepfert di Idc.

I vendor che beneficeranno maggiormente di questa crescita saranno i fornitori di servizi gestiti, con 21 miliardi di dollari, seguiti dalle realtà che offrono hardware di rete (firewall, unified threat management, tecnologie di prevenzione e individuazione delle intrusioni), dai servizi di integrazione e dagli sviluppatori di sicurezza degli endpoint.

Dal punto di vista geografico, gli Stati Uniti assorbiranno circa il 43,4 per cento della spesa (44,7 miliardi), con manifatturiero discreto e governo federale in prima linea. La Cina invece si classificherà seconda, mentre Giappone e Uk terzo e quarto. Infine, i due terzi degli investimenti complessivi arriveranno dalle grandi e grandissime aziende (500-1.000 e oltre i 1.000 dipendenti), con Cagr rispettivamente dell’11,1 e 9,4 per cento. Le Pmi spenderanno invece 26 miliardi di dollari, mentre gli utenti finali 5,7 miliardi.

 

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