21/07/2012 di Redazione

Le Blue Chip scelgono i social media, svetta Twitter

Secondo l'ultimo Global Social Media Check-up di Burson-Marsteller, le aziende in cima alla classifica di Fortune raccolgono più di 10 milioni di menzioni al mese su Facebook & Co. La piattaforma di microblogging si conferma il canale online preferito per

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La notizia non stupisce: le aziende, anche quelle al top della reputazione internazionale e dei profitti, si stanno buttando a capofitto nella comunicazione 2.0. A stupire sono i numeri: oggi, le 100 società in cima alla classifica Fortune riescono a raccogliere sui principali social media oltre dieci milioni di menzioni al mese, per la precisione 10.400.132.

La misurazione è opera di Burson-Marsteller e del suo Global Social Media Check-up 2012, terza edizione dello studio che analizza il rapporto fra aziende e Web socializzante. In due anni, l'utilizzo degli strumenti 2.0 da parte delle aziende ha risentito non solo di un incremento delle modalità e della frequenza di interazione, ma anche di un cambio di strategia.

"Lo studio di quest'anno - ha commentato Mark Penn, Ceo di Burson-Marsteller - rivela un interessante trend sull'aumento di contenuti creati dalle cento aziende Fortune. Dal 2010, è stato estremamente significativo assistere a come le stesse grandi realtà internazionali abbiano mutato il proprio approccio a questo tipo di canali, passando dal classico broadcasting a una ricerca di engagement, fino all'attuale generazione di contenuti originali. Stiamo oggi assistendo ad un'integrazione di questi contenuti multimediali appositamente creati per essere condivisi con i propri follower di Twitter, Facebook e YouTube".

Dalla ricerca emerge come una grande fetta delle compagnie, l'89%, utilizza almeno una fra le tre piattaforme social citate e/o Google Plus, con una spiccata preferenza per Twitter: l'82% dei soggetti cinguetta spesso e volentieri, con almeno un account registrato sulla piattaforma; ciascuna di esse è stata citata (con lo strumento @) in media 56 volte al mese. Il 74% delle aziende in esame, invece, ha un profilo su Facebook.

La performance più brillante, però, nel 2012 l'ha realizzata YouTube, luogo oggi sempre più utilizzato per le comunicazioni istituzionali, ovviamente in forma video. Rispetto allo studio dello scorso anno, si segnala un aumento del 39% delle aziende che su YouTube possiedono un canale dedicato al proprio marchio (oggi il 79% del gruppo dei cento). In media, i canali in questione contano ciascuno 2 milioni di visualizzazioni e 1.669 iscritti.

Interessante notare come, attraverso la creazione di account corporate differenziati da quelli generalisti, le società offrano opportunità di interazione e monitoraggio ai propri stakeholder. Dal 2011, il numero di follower sugli account corporate Twitter è quasi triplicato, passando da una media di 5.076 a 14.709. Nel giro di un biennio, invece, su Facebook il numero medio di like sulle pagine aziendali è aumentato del 275%, registrando nel 2012 in media 152.646 pollici su.

"Le persone desiderano sempre più interagire e parlare con queste grandi realtà - ha spiegato afferma Dallas Lawrence, chief global digital strategist di Burson-Marsteller - e le social media platform rappresentano dei veri e propri ponti che consentono di arrivare al cuore delle organizzazioni".

"Ciò che maggiormente stupisce - ha concluso Lawrence - è la costanza con la quale le aziende si impegnano a rispondere ai propri follower e consumatori. Da un lato, su ben il 79% degli account Twitter istituzionali si cerca di instaurare una relazione con gli interlocutori tramite i retweet e le @-mention, mentre sul 70% delle pagine corporate Facebook l'azienda replica direttamente ai commenti postati sul proprio profilo".

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