04/02/2019 di Redazione

Per Bt oggi tutto è ibrido, anche le reti

Marco Verzellino, responsabile marketing e portfolio di Bt Global Services, inquadra gli sviluppi di una realtà che mira a diventare il punto d’ingresso universale verso la connettività multicloud.

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Già da qualche anno, Bt (acronimo di British Telecom) sta puntando a mutare la propria pelle di puro telco provider per proporre una nuova immagine di sé, legata alla capacità di fungere da punto d’ingresso per le aziende verso il mondo sempre più ibrido della connettività. Non si tratta di un drastico cambio di strategia, ma del coronamento di uno sviluppo costruito negli anni e che oggi fa sì che il carrier sia presente in 198 paesi nel mondo, abbia 3.400 clienti di Bt Connect e possegga un backbone di 60mila chilometri di fibra posata in differenti regioni e nazioni. In sostanza, al centro della visione del provider britannico resta la rete, intesa come strumento-chiave di abilitazione verso l’impresa connessa. A essere cambiata è la sua interpretazione, alla luce dei cambiamenti intervenuti soprattutto negli ultimi anni.

Fino a non molto tempo fa, nelle aziende predominava un ambiente statico, con dati e connessioni ben allocate e controllate”, racconta Marco Verzellino, responsabile marketing e portfolio di Bt Global Services. “Cloud e mobility hanno cambiato il mondo e oggi siamo tutti più connessi, ovunque. Le informazioni sono disperse e spesso non sappiamo dove si trovano veramente. Però la fruizione dell’informazione è comunque centrica, perché fra un individuo e dove risiede l’informazione serve un cavo virtuale per creare il giusto ponte. In questo senso, non è Internet la risposta, ma la rete ed è su questo che abbiamo costruito il nostro percorso evolutivo, basato su tre filoni di sviluppo, ovvero le reti di nuova generazione, la Cloud Collaboration e la sicurezza”.

 

Marco Verzellino, responsabile marketing e portfolio di Bt Global Services

 

In questo scenario, Global Services è la divisione di Bt attiva al di fuori del Regno Unito e in grado di offrire servizi e soluzioni di comunicazione in sicurezza a grandi aziende e organizzazioni a livello globale. Il cloud è l’asse portante della propria strategia ed è in questa logica che si colloca l’annuncio, ormai di oltre tre anni fa del concetto di “cloud of clouds”, che serve a esemplificare come il carrier disponga di un’infrastruttura tecnologica pronta a fungere da porta d’accesso universale verso applicazioni e servizi ovunque essi si trovino ospitati e provenienti da differenti provider: “Abbiamo inizialmente divulgato la nostra visione, già supportata  da accordi con diversi player, come Aws, Microsoft, Equinix e Salesforce, tra gli altri”, prosegue Verzellino. “Nel tempo abbiamo aggiunto altri nomi, come Google o Ibm, e rafforzato le relazioni esistenti, arrivando a connettere oltre 200 data center e creando una proposta unica per le aziende che cercano semplicità di gestione e una sicurezza che rassicuri sulla possibilità di portare in cloud anche le applicazioni mission critical. Oggi sono i provider a cercare noi per soddisfare le richieste della loro clientela”.
 

L'evoluzione dell'approccio al mercato

In parallelo al ruolo di federatore universale di connettività che si è disegnato, Bt Global Services ha riorganizzato anche la strategia di approccio al mercato, concentrandola su aziende top con una struttura multinazionale estesa: “Pur lavorando con 5.200 clienti nel mondo, l’attenzione è soprattutto rivolta ai circa 800 più importanti”, puntualizza Verzellino. “In Italia, Fiat, Eni e Bnl sono realtà che rispondono a queste carratteristiche, ma lavoriamo anche a livello locale con grandi aziende che hanno da noi una forte presenza, come Nestlé o Novartis”.

Se i driver tecnologici della strategia di Bt sono le infrastrutture di rete, la cloud collaboration e la sicurezza, la sua declinazione in offerta a supporto dei processi di trasformazione digitale passa per il programma Dynamic Network Services, che sii propone di spingere in direzione delle Wan software-defined (Sd-Wan) e della Network Function Virtualization (Nfv), integrando varie soluzioni di orchestrazione e virtualizzazione nella propria piattaforma Snap (Service and Network Automation Platform). Bt prevede di estendere l'orchestrazione dal proprio core network ai principali data center cloud di terze parti, fino alle Lan (dei clienti e a quelle dei data center (Dc-Lan), così da consentire la visibilità, il controllo e la configurazione in cloud delle applicazioni end-to-end, dai laptop e dai dispositivi dei clienti fino ai server.

 

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