Il crescente desiderio di infrastrutture cloud ibride e tecnologie open source mette le ali a Red Hat. Nei risultati dell'anno fiscale 2017, appena comunicati, svetta un fatturato di 2,4 miliardi di dollari, corrispondente a un incremento del 18% rispetto al risultato del 2016. E non solo: quello terminato a fine febbraio è stato il sessantesimo quarter a segno positivo secondo il parametro del fatturato (629 milioni di dollari, il 16% in più rispetto all’analogo periodo dell'anno precedente).
Nei tre mesi, dalle sottoscrizioni sono derivati 560 milioni di giro d'affari, il 17% in più rispetto all'anno passato, andamento quasi sovrapponibile a quello dell'intero anno (+18%). Più contenuta, ma in crescita del 40% anno su anno nel trimestre (e del 36% nel 2017 versus 2016), è la porzione di ricavi legata allo sviluppo applicativo e ad altre tecnologie emergenti.
Bene anche l'andamento degli utili. Sull'intero anno, il valore netto Gaap è stato di 254 milioni di dollari, corrispondenti a 1,39 dollari per azione, e in crescita rispetto ai 199 milioni di dollari (1,07 dollari per azione) del 2016. Su criteri non-Gaap, considerate compensazioni azionarie e ammortamenti., l'utile netto è stato di 414 milioni di dollari, pari a 2,27 dollari per azione. Red Hat ha anche gudagnato nuovi clienti fra le aziende di grandi dimensioni e su progetti di rilievo. A detta della società, l’impatto negativo dovuto alle fluttuazioni valutarie delle valute estere è stato di circa un milione di dollari.
“Il numero di contratti superiori a un milione di dollari nell’anno fiscale 2017 è cresciuto del 30% anno su anno, e abbiamo chiuso un numero record di accordi sopra i 20 milioni, con il primo di sempre attorno ai 100 milioni, proprio nel quarto trimestre”, ha sottolineato il chief financial officer Eric Shander. Anche grazie a questo trend, la previsione di crescita per l'anno fiscale 2018 è a doppia cifra, compresa fra il 13% e il 14%.