20/04/2016 di Redazione

Viber segue Whatsapp sulla scia della crittografia completa

L’applicazione sta ricevendo in queste ore la funzionalità di encryption end-to-end, sia per le chat sia per le telefonate, con un livello di protezione aggiuntivo dato dall’autenticazione manuale con i contatti fidati. È ora possibile anche nascondere te

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A poche settimane dall’introduzione della crittografia end-to-end su Whatsapp, si è aggiunta alla lista delle applicazioni impenetrabili anche Viber: l’azienda sviluppatrice del software ha annunciato chiavi crittografiche per tutte le chat e le conversazioni telefoniche, singole e di gruppo, oltre alla possibilità di nascondere le conversazioni con un tap e di cancellare i messaggi in modo discreto. Per disporre della funzionalità, è sufficiente avere installata sul proprio dispositivo mobile l’ultima release dell’applicazione, attualmente alla versione 6.0 sia per iOs sia per Android (ma il software è compatibile anche con Mac, Pc e Windows Phone) . In modo analogo a quanto fatto da Whatsapp, Viber segnalerà le conversazioni crittografate con l’immagine di un lucchetto grigio.

Le funzioni crittografiche sono comunque in fase di rollout lato server, quindi chi non visualizza ancora il lucchetto (ma ha scaricato l’ultima versione dell’app) deve soltanto attendere. Per aggiungere un altro strato di protezione, inoltre, gli sviluppatori hanno creato un sistema di autenticazione manuale e diretta con i singoli utenti presenti nella lista contatti (anche in questo caso, Whatsapp offre la stessa modalità).

È così possibile etichettare come fidati i propri conoscenti, semplicemente verificando la bontà del contatto con un codice univoco. Una volta completata questa procedura, il lucchetto diventerà verde. Ma il simbolo potrebbe anche colorarsi improvvisamente di rosso: in questo caso, non significa che la crittografia sia saltata. L’altro utente potrebbe aver cambiato il cellulare su cui utilizza l’app, interrompendo così la “catena fiduciaria”.

Comunque, Viber informa che il lucchetto rosso potrebbe anche rappresentare una violazione della chiave di autenticazione univoca scambiata in precedenza: in questo caso, ci si potrebbe trovare di fronte a un attacco di tipo man-in-the-middle. Per risolvere la situazione, i partecipanti devono avviare nuovamente la procedura di riconoscimento.

 

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