12/03/2012 di Redazione

ZTE alla carica anche sul fronte dei brevetti

Stando ai dati pubblicati dalla World Intellectual Property Organisation, il produttore cinese è la prima azienda al mondo in fatto di richiesta di brevetti internazionali in osservanza delle procedure PCT, con 2.826 domande depositate.

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ZTE ha ottenuto il primo posto in una peculiare classifica del 2011, quelle delle aziende che hanno fatto domanda di brevetti Internazionali in osservanza delle procedure PCT. Scopriamo così che mentre da una parte ci sono nomi come quelli di Apple, Samsung, Microsoft o Google a sfidarsi in tribunale su questo argomento, dall'altra c'è chi sta discretamente creando una proprietà intellettuale di altissimo valore.

ZTE produce anche smartphone Android

I dati provengono dalla World Intellectual Property Organisation (WIPO), e certificano come ZTE sia passata nel 2011 dal secondo al primo posto, con 2.826 domande depositate, dopo un aumento costante delle richieste negli ultimi cinque anni. Quanto ai tipi brevetti, in generale, ben il 60% delle richieste riguarda tecnologie LTE/3G, Cloud Computing e Internet of Things. Il colosso cinese ha al momento circa 10.000 richieste depositate nel complesso.

Naturalmente c'è una differenza piuttosto rilevante tra il richiedere brevetti e l'ottenerli, ma comunque chiederne molti è segno di un'intensa attività. L'azienda infatti investe sempre il 10% dei propri profitti in ricerca e sviluppo, un valore altissimo per qualsiasi azienda; questa spesa mette al lavoro più di 30.000 ricercatori in 15 centri di ricerca sparsi in tutto il mondo.

I valori raccontano con evidenza un'azienda che ha tutte le carte in regola per collocarsi tra quelle più importanti dei prossimi anni. Impossibile sapere ora come userà i brevetti che riuscirà a ottenere: da una parte si può dare per scontato che in molti casi ci saranno scambi alla pari con altri attori del settore, ma dall'altra non è da escludere che la passione per i tribunali finisca per contagiare anche questo settore, magari dopo aver abbandonato i produttori di smartphone e tablet.


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