26/05/2010 di Redazione

Calabrò (AGCOM): a luglio presenterà il piano switch-off verso la NGN

Corrado Calabrò ha presentato ieri i risultati del ponderoso studio “Infrastrutture e Servizi a Banda larga e Ultra Larga” (ISBUL) realizzato con la collaborazione delle migliori menti accademiche d'Italia. E ha riassunto lo stato delle questioni della

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In occasione della conferenza stampa "Il futuro corre sulla banda: le prospettive di sviluppo delle reti NGN", il presidente della Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, ha presentato i risultati del programma di ricerca ISBUL.

“Infrastrutture e Servizi a Banda larga e Ultra Larga” (ISBUL), è un progetto, finanziato da AgCom che ha coinvolto alcuni dei principali Atenei italiani: Milano Bocconi e Politecnico, Napoli Federico II, Università di Roma (LUISS, Roma Tre, Sapienza, Tor Vergata), Università di Siena, Politecnico di Torino e Imperial College di Londra. Tre i progetti principali: Tecnologico, Economico e Giuridico.


Calabrò ha aggiunto, alla presentazione del ponderoso lavoro (il cui indice è disponibile sul sito dell'AgCom ma, come capita anche ai migliori, i link non linkano e quindi i documenti restano nel ventre dei computer AgCom), alcuni suoi commenti che mi permetto di riportare quasi integralmente.

Corrado Calabrò, presidente AGCOM


I risparmi possibili con la fibra

"I volumi di traffico in rete crescono circa del 30% all’anno, anche in un sistema-paese non ancora pienamente digitale come il nostro. La prospettiva della scarsità di banda non è remota; la rete in rame presenta già molteplici situazioni di saturazione.

A me preme aggiungere solo alcune parole sulle prospettive delle reti di nuova generazione nel nostro Paese, che ancora fatica a trovare quel momento di discontinuità necessario per partire con un piano nazionale per la fibra e un conseguente ecosistema digitale. A differenza di quello che succede nel mondo, dove in fibra si investe, e molto, scommettendo sul futuro.

L’Europa si muove più lentamente, con obiettivi ridotti, vuoi per le forti limitazioni nelle possibilità di finanziamento pubblico della fibra ottica, vuoi per la mancanza di un progetto complessivo della stessa Commissione, che peraltro ha strumenti non molto efficaci.

Per l’Italia l’OCSE ha stimato che basterebbe un risparmio annuo fra l’1,41% e l’1,7% per 10 anni sulle spese effettuate nei settori dell’elettricità, sanità, trasporti e educazione per giustificare la costruzione di una nuova rete.

Secondo Confindustria i risparmi ottenibili dall’utilizzazione della larga banda nel sistema sanitario si aggirerebbero sul 10%: cifra notevolissima se si tiene conto dell’enorme ammontare della spesa sanitaria. A maggior ragione in un momento in cui è importante ridurre i costi della macchina pubblica. E sarebbe di circa 10 miliardi l’anno il risparmio sulla bolletta energetica nazionale derivante dall’ottimizzazione del controllo dei consumi e delle erogazioni mediante un sistema a larga banda.

Senza contare i risparmi per la manutenzione delle rete in rame, capillare ma ormai sempre più congestionata e a rischio guasti.

"L’Autorità ha incontrato gli amministratori della Regione Lombardia e della Provincia autonoma di Trento che hanno presentato i loro progetti di realizzazione di una infrastruttura di accesso in fibra.

La novità di questi progetti è che mirano a essere interagenti con gli operatori di telecomunicazioni

I tre principali operatori alternativi di rete fissa hanno annunciato di voler investire nella realizzazione di una rete in fibra. Telecom Italia ha annunciato di voler cablare in fibra le principali città italiane e in particolare tutta la città di Milano in vista dell’Expo 2015.

(... tutte queste iniziative...)
- convergono nella direzione più volte auspicata della collaborazione di più soggetti istituzionali - pubblici e privati - in un progetto unitario che spero possa rappresentare il new Fiber Nation project per l’Italia.

- il modello progettuale che si sta affermando – da ultimo anche Telecom Italia lo ha proposto, una novità significativa –, è quello dello “switch-off”, che ebbi a proporre, un anno fa. Come si è fatto per il passaggio al digitale terrestre, il modello prevede la migrazione di intere aree territoriali alla fibra ottica, che andrebbe così a rimpiazzare i doppini in rame. Il passaggio in blocco semplifica le scelte progettuali e riduce i costi di realizzazione.

"Il modello switch-off ha due nodi cruciali:

1- presuppone necessariamente la partecipazione di Telecom Italia;

2- è necessariamente soggetto al controllo ed alle regole dell’Autorità.

Quanto al primo punto, la rete in rame è di proprietà di Telecom Italia. La sostituzione dei doppini non può essere dunque imposta da alcuna norma di legge nazionale o regionale. Si tratta di una scelta tecnologica rimessa all’autonomia imprenditoriale dei soggetti che operano sul territorio ed in particolare di chi ha la proprietà della rete. D’altra parte, se per la realizzazione della rete in fibra si fa leva sulla rete in rame – ch’è una essential facility –, questa realizzazione è soggetta al controllo dell’Autorità per l’apertura dei cavidotti e la condivisione delle tratte necessarie alla realizzazione della nuova rete.

Deve essere concordata con l’Autorità la pianificazione dello switch-off.

Poche regole, chiare e semplici, ma precise. Senza regole i progetti rimangono aleatori. Quattro devono essere i capisaldi del nuovo sistema di regole per la fibra:

a. La promozione del risk-sharing fra investitori;

b. L’adeguato riconoscimento in tariffa del risk premium per chi investe;

c. La disciplina della migrazione da rame a fibra;

d. Le condizioni tecniche ed economiche per l’accesso alla rete.

La calibrazione di queste leve è la prova più alta per il regolatore: favorire gli investimenti nelle NGN e al contempo garantire la concorrenza fra operatori.


L’AGCOM elaborerà le sue proposte per un’agenda italiana per lo sviluppo della larga banda e di un coerente ecosistema digitale; un piano articolato in una sequenza di azioni prioritarie che sottoporrò in luglio al Parlamento.
Perché è oggi che si gioca la partita del domani; domani l’oggi sarà, irrecuperabilmente, l’ieri".

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