13/07/2012 di Redazione

Il cloud nuovo motore delle fabbriche (digitali) lombarde?

Uno studio dell’Osservatorio Assolombarda-Bocconi ha fatto il punto sulle possibilità di adozione e utilizzo dei servizi nella nuvola fra le imprese attive in Lombardia, focalizzandosi sulla componente business e sulle condizioni infrastrutturali ed econo

immagine.jpg

La Lombardia dispone di un mercato potenziale dei servizi di cloud computing di tutto rispetto ed è la Regione nella quale si otterrebbero i migliori ritorni sugli investimenti in data center grazie ad un ampio e ricco bacino di utenza. E ancora: la dotazione presente di infrastrutture di telecomunicazioni ed elettriche rendono l’area lombarda una delle zone pregiate per la costruzione di data center dedicati ai servizi cloud. Ciliegina sulla torta: la Lombardia è l’area territoriale in cui si concentra il capitale umano più pregiato nel campo delle competenze Ict.

Partendo da questi presupposti, che emergono dalla ricerca (presentata questa settimana a Milano) sulla “Competitività del Cloud computing in Lombardia” realizzata nell’ambito dell’Osservatorio Assolombarda-Bocconi, il futuro di una delle storiche locomotive dell’economia italiana appare meno funesto di quanto non lo sia in realtà. Almeno per ciò che riguarda l’utilizzo (potenziale) delle nuove tecnologie.

Il terreno fertile per la nascita e la crescita delle cosiddette “fabbriche digitali”, dice lo studio, c’è. Tradurlo in progetti concreti – o in opportunità a breve termine realmente capaci di dare sviluppo al comparto industriale e a tutto il sistema territoriale – è un altro conto.

Ferdinando Pennarola e Francesco Sacco del Centro EntER dell’Università Bocconi, sono comunque convinti che gli elementi per soddisfare una domanda di servizi cloud da collocare in prossimità delle aziende clienti – vicinanza imposta dalla latenza delle reti di telecomunicazioni - non manchino.

“Le risorse umane competenti – dicono a due voce i due ricercatorei - risiedono e operano in Lombardia, tutti i grandi player del settore internazionale hanno uffici nella regione, molte tra le grandi aziende che acquistano servizi Ict hanno attività importanti in Lombardia. E la regione offre la più capillare infrastruttura di telecomunicazioni a banda larga. Siamo alla soglia di una nuova generazione di paradigmi nel computing e le aziende clienti hanno l'occasione straordinaria di recuperare efficienze rispetto alle loro attuali risorse informatiche e di innovare significativamente servizi per le proprie comunità di dipendenti e di clienti”.

Non meno ottimistica la visione della questione di Carlo Bonomi, Consigliere Incaricato per Ricerca, Innovazione e Agenda Digitale Assolombarda, secondo cui “le nuove tecnologie possono dare un contributo straordinario tanto al miglioramento della produttività delle imprese, quanto al miglioramento della qualità dei servizi delle pubbliche amministrazioni e alla riduzione dei relativi costi per le imprese e per la collettività”. La fabbrica e il distretto digitale, ha stressato il concetto Bonomi, “sono la vera opportunità a breve termine che dobbiamo cogliere per dare sviluppo al comparto industriale, nonché a tutto il sistema territoriale”.

Di distretti digitali, a dir la verità, si parlava anche diversi anni fa quando la “new e net economy” era un fenomeno positivamente contagioso ma, riprendendo altre dichiarazioni ufficiali di Pennarola e Sacco a commento dei risultati dell’indagine, “lo sviluppo di servizi di cloud computing ha un impatto significativo sul Pil del Paese e con le future fabbriche digitali lombarde l'Italia ha l’occasione di far ripartire la crescita”.

E i vendor? All’evento di presentazione in Assolombarda c’erano illustri esponenti del mondo Ict e fra qustianche Stefano Venturi, amministratore delegato di HP Italia, che ha messo il dito sulla relazione possibile fra cloud e Pmi. “Se pensiamo al tessuto economico del nostro Paese, il cloud è il fattore di cambiamento che può permettere alle piccole e medie imprese l’accesso immediato, flessibile e a costi contenuti a risorse tecnologiche e servizi digitali altrimenti irraggiungibili, sviluppando la propria capacità di innovare e di competere sul mercato globale”.

“La nuvola – ha esteso il concetto il manager - offre infatti opportunità innovativa per fare sistema, a livello territoriale, di filiera e di rete, mettendo a fattor comune in modo più rapido, efficace, economico e sicuro i propri differenziatori competitivi, creando flessibilità, efficienza e nuovi modelli di business. Penso ad esempio alla realizzazione delle fabbriche digitali condivise fra più aziende e differenziate per area produttiva, che consentono lo sviluppo di servizi specializzati su base territoriale o produttiva, da fruire prevalentemente in modalità cloud”.

Il nuovo corso della Regione additata a principale motore dell’economia italiana sembra quindi segnato; c’è però da mettere in preventivo la realizzazione di data center dislocati sul territorio finalizzati – questa l’osservaizone finale di Venturi -  “allo sviluppo di un ecosistema virtuoso e vicino all’utente (individuo, azienda, amministrazione), e la necessità di una “fondamentale azione istituzionale coordinata, che preveda un impianto giuridico e normativo, in grado di tutelare nuove modalità di business e nuovi modelli imprenditoriali, e di incentivare gli investimenti necessari”.

Ed è in tal senso che l’Ad di Hp lancia un messaggio che “rischia” di sminuire le potenzialità delle risorse di cui sopra: “auspico che le istituzioni lombarde nazionali mettano in atto quei provvedimenti in grado di favorire - agendo in tempi molto brevi- l’apertura delle fabbriche digitali in Lombardia e in Italia anziché in altri paesi europei”. E se questi provvedimenti non dovessero concretizzarsi a breve o addirittura mai?


I numeri della ricerca: le competenze un plus, i costi dell'energia un minus
Il quesito più rilevante a cui la ricerca ha voluto rispondere riguarda le scelte tecniche di localizzazione dei servizi di cloud computing erogati da infrastrutture informatiche di data center. In secondo luogo, lo studio ha esaminato gli aspetti di competitività strutturale per la costruzione di un’offerta articolata di soluzioni di data center pronte ad ospitare servizi avanzati di cloud computing ed in particolare ha analizzato quali di questi sono posseduti in via privilegiata da un’area territoriale come la Lombardia.

Si è scoperto innanzitutto che – alle condizioni attuali delle reti di telecomunicazioni e delle tecnologie applicate su queste reti – il problema della distanza tra l’utente e il data center che eroga servizi IT in modalità cloud non è affatto secondario. I servizi di cloud computing, questo l’assunto dello studio, risentono significativamente delle performance delle reti a cui sono allacciati e più precisamente la latenza delle reti stesse, ovvero il tempo che intercorre tra la richiesta di un servizio al sistema informativo e l’effettiva consegna dello stesso (l’OssCom cita l’esempio di una soluzione di registrazione ed emissione di biglietti).
 
Perché il fattore latenza (legato alla distanza fra data center e utente e alle caratteristiche della rete e dei suoi apparati di gestione del traffico) è importante? Perché, la fonte della citazione è Amazon, ogni 100 millisecondi di latenza equivalgono ad una perdita pari all’1% di fatturato. Il che significa che le aziende italiane – per evitare rischi di disservizio – dovrebbero appoggiarsi a data center affidabili e attivi nel Belpaese.

Purtroppo per i provider nostrani, il costo medio dell’energia elettrica a livello industriale (0,153 €/kWh contro una media di 0,116 €/kWh per l’area Euro) rende più oneroso far funzionare server farm dentro i confini nazionali rispetto a chi opera in Germania, Francia e Spagna, nazioni che presentano prezzi medi dell’energia anche significativamente inferiori. Il vantaggio della Lombardia, in questo scenario, è quello di poter esibire i dati migliori a livello nazionale in quanto a densità produttiva e distributiva della rete elettrica, che riduce la necessità di creare collegamenti ed impianti ad hoc per raggiungere il nodo distributivo più importante.

Buone, nella Regione, sono secondo lo studio anche le infrastrutture di telecomunicazioni (i cosiddetti backbone) e il positivo giudizio arriva in considerazione del numero di operatori proprietari di reti in fibra ottica attivi sul territorio. A livello metropolitano, nel periodo 2002-2008, l’infrastruttura in fibra ottica in Italia è cresciuta del 40% e quanto a disponibilità di reti Man (Metropolitan Area Netowrk) Lazio e la Lombardia sono in vantaggio rispetto alle altre regioni grazie alla presenza di grandi centri come Roma e Milano.

Stimando in modo molto prudenziale la domanda di servizi cloud da parte delle aziende che hanno residenza in Lombardia si parla quindi una possibile spesa compresa tra i 72 e i 288 milioni di euro, a seconda del tasso di “propensione all’outsurcing” attribuito alle imprese clienti (che nella migliore delle ipotesi è pari al 40% della spesa attuale) e cioè la percentuale di budget in tecnologie che verrà trasferito ai servizi e alle soluzioni di computing nella nuvola.

A dare sostanza al potenziale boom del cloud in Lombardia ci sono infine le risorse umane. Più precisamente lo studio fa notare come il 90% delle aziende di grandi dimensioni classificate nella lista 2011 di Fortune 500 Global e appartenenti al settore ICT abbiano oggi una filiale in Italia, e di queste il 40% abbia la sede principale in Lombardia con massima concentrazione nei comuni di Milano e di Assago.

Affinchè lo sviluppo dei servizi cloud in seno alle imprese lombarde diventi una possibilità concreta servono però degli interventi acceleratori, ben definiti e circostanziati. Che sono i seguenti: progettazione di nuove infrastrutture di data center ad elevata efficienza e ad alte prestazioni, calmieramento dei costi di energia, politiche innovative ma proteggenti (per esempio di “flexsecurity”) sulle risorse umane ad elevata competenza e preparazione professionale per attrarre e conservare
capitale umano specializzato in questo ambito. È forse quest’ultima la sfida più difficile da vincere?

ARTICOLI CORRELATI