21/05/2010 di Redazione

A fine settimana sapremo che fine farà Novell

Il consiglio di amministrazione di Novell ha dato una settimana di tempo a circa 20 fondi d'investimento che vogliono acquistarla. I numeri dei bilanci non sono brillanti. Entro venerdì sapremo che fine farà la società di SUSE Linux Enterprise Server

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Era solo lo scorso marzo che Ron Hovsepian, ceo di Novell, aveva dichiarato con sdegno che l'offerta d'acquisizione presentata dal fondo d'investimento Elliot Associates per 2 miliardi di dollari era troppo poca cosa rispetto al valore della sua azienda.

Giovedì scorso Wall Street Journal e poi il New York Times hanno svelato che Hovsepian e il consiglio d'amministrazione Novell hanno dato tempo una settimana per formulare le proprie proposte a una ventina di investitori che vogliono acquisirla. Dopo quella data, è ragionevole attendersi che sarà presa una decisione di vendita all'uno o all'altro. Non sembra che tra i contendenti vi siano apertamente grandi nomi del settore software come IBM oppure Oracle, ma solo fondi privati d'investimento.

http://www.novell.com


Il fatto è che Novell fatica a riprendersi e ritrovare la strada del profitto. Lo scorso anno 2009, chiuso a ottobre, aveva segnato un calo nel fatturato da 956 milioni di dollari del 2008 a 862 con una perdita netta peggiorata da -8,7 a -212,7 milioni. E il primo trimestre, chiuso a febbraio scorso, non ha mostrato segni d'inversione significativi: 202 milioni di fatturato (rispetto ai 215 dell'anno scorso) con un utile netto di 20 milioni rispetto agli 11, ma vi sono 5 milioni dovuti ad aggiustamenti del bilancio 2009.

Il bilancio 2009 ha visto la crescita dei contratti di manutenzione e noleggio (da 616 milioni a 640) ma una caduta secca delle licenze software (da 189 a 117 milioni) e dei servizi (da 151 a 104). Una situazione che non lascia ben sperare per il futuro perché la società sembra stia spremendo i limoni che ha in casa ma stenta a trovare nuovi acquirenti.

Ciò che, probabilmente, ha deluso di più è probabilmente la stretta collaborazione con Microsoft per far interoperare SUSE Linux con gli ambienti Windows Server. Una collaborazione che risale al 2006-2007 anche se pienamente dispiegata nel 2008.

Quel ramo di business, anzi, ha probabilmente più nuociuto che favorito la società perché il movimento "open source" aveva mal digerito questa commistione col "nemico storico" e vissuto come un tradimento la collaborazione nel supportare il formato dei documenti XML propugnato da Microsoft.

Obiezioni totalmente antistoriche e miopi, ma tant'è.

Ora Novell è alle corde e probabilmente in settimana sapremo chi andrà a scovarne il valore nascosto per venderne i pezzi buoni e puntare solo su quelli migliori. SUSE Linux Enterprise Server è certamente un pezzo prezioso perché avere 5.000 applicazioni certificate è una indubbia pepita d'oro da lucidare e valorizzare. Ma come ridare slancio e nuove strategie alla società? E' lì il "bus illis".

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