30/04/2015 di Redazione

Apple Watch, i ritardi nelle consegne causati dal Taptic Engine

Un’indiscrezione del Washington Post sostiene la tesi delle mancate spedizioni del dispositivo per difetti nel motore tattile. Cupertino non conferma né smentisce, ma nessun indossabile sarebbe uscito dall’azienda con disfunzioni. Un wearable destinato, s

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L’Apple Watch non è un oggetto passivo: quando ha qualcosa da dire lo fa presente. Non solo con suoni e luci, ma anche vibrando. Niente di nuovo, si dirà: lo fanno tutti i cellulari da anni. Ma, essendo un indossabile, l’orologio di Cupertino ha un potere che gli atri dispositivi mobili non hanno: può avvertire direttamente il corpo delle notifiche in arrivo. Come? Con il Taptic Engine, un componente hardware “affogato” all’interno della cassa dello smartwatch, che manda un leggerissimo segnale al polso del proprietario quando riceve messaggi o chiamate. Ma cosa potrebbe succedere se questo motore tattile dovesse andare in tilt? L’orologio non sarebbe ovviamente utilizzabile.

È quanto si è verificato, secondo il Washington Post, in molti nuovi wearable della Mela, bloccati ai nastri di partenza e quindi mai consegnati. Ecco quindi spiegato il ritardo iniziale delle spedizioni: il problema risiederebbe proprio nel Taptic Engine di alcuni dispositivi, che non risponderebbe a dovere a causa di alcuni componenti difettati, realizzati dai fornitori di Cupertino.

La buona notizia è che nessun Apple Watch con disfunzioni sarebbe stato consegnato, malgrado il colosso statunitense non abbia ancora né confermato né smentito l’indiscrezione. La cosa certa è che molti negozi non si sono ancora visti recapitare il prezioso oggetto, lanciato ufficialmente in nove Paesi il 24 aprile scorso. Tim Cook ha sottolineato che, al momento, la domanda continua a superare l’offerta, ma Apple è stata comunque in grado di soddisfare un numero maggiore di utenti rispetto a quanto pronosticato.

Clienti che si preannunciano numerosi, se le previsioni di Strategy Analytics dovessero trovare conferma: la società di analisi stima infatti in 15,4 milioni le unità di smartwatch vendute entro la fine del 2015, conquistando il 55 per cento di market share. Ma altre realtà sono decisamente più ottimiste: Morgan Stanley punta a 30 milioni, Credit Suisse arriva addirittura a 35. Nel frattempo, l’Apple Watch ha già conquistato cuore e menti degli sviluppatori, che hanno affollato l’App Store di oltre tremila app dedicate all’oggetto.

 

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