20/08/2015 di Redazione

Ashley Madison, sul Web le tresche di 37 milioni di uomini

A luglio il portale nato per favorire scappatelle amorose era stato hackerato. Da poche ore sono disponibili online, in vari database consultabili, quasi dieci gigabyte di dati. Per conoscere la situazione del proprio account, è sufficiente inserire l’ind

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Nel vasto mondo del Web, ci sono anche persone che si sono prese la briga di rendere comodamente consultabile lo sterminato archivio di informazioni carpite illegalmente da Ashley Madison, il principale portale di tresche e incontri amorosi clandestini hackerato lo scorso luglio. Un attacco colossale, che ha portato alla fuoriuscita di dati legati a ben 37 milioni di utenti e condotto da un gruppo di pirati chiamato Impact Team. Secondo l’azienda detentrice del marchio, la Avid Life Media, non sarebbero stati prelevati i numeri delle carte di credito, ma gli iscritti al portale (quasi tutti uomini), hanno vissuto ugualmente settimane da incubo. Terrore amplificato negli ultimi giorni, quando gli hacker, non contenti dell’attacco di luglio, hanno ben pensato di pubblicare nel Dark Web quasi dieci gigabyte di file con le informazioni personali dei membri di Ashley Madison.

Ma l’archivio risultava poco pratico e scomodo, quindi altri hanno deciso di organizzare tutti i dati e radunarli per la consultazione, in modo da rintracciare i record con un motore di ricerca. Sono nati così siti come haveibeenpwned.com e ashleymadisonleaked.com, che hanno però preso ispirazione da Trustify, un servizio di investigazione privata specializzato in tradimenti e avventure amorose fedifraghe. L’unica, anche se parziale, fortuna degli utenti di Ashley Madison è che per conoscere se il proprio account sia stato hackerato, è necessario inserire come query il proprio indirizzo email.

È probabile che mogli e fidanzate tradite conoscano l’account di mariti e compagni, quindi effettivamente la fortuna sembra essere davvero cieca. E, siccome il tarlo del dubbio è capace di scatenare istinti inenarrabili, è altrettanto possibile che in queste ore molti uomini stiano subendo un terzo grado e stiano resistendo per non farsi estorcere il proprio indirizzo di posta elettronica con la forza.

Se non fosse una cosa illegale, pur se condotta su un sito dagli scopi discutibili, sarebbe quasi divertente notare il tono “istruttivo” con cui il gruppo di hacker Impact Team ha motivato la diffusione online di tutto il materiale. “Ti trovi coinvolto? È stata Avid Life Media a fallire e a mentirti”, scrivono i pirati informatici. “Querelala e chiedi i danni. Poi vai avanti con la tua vita. Impara la lezione e fai ammenda. Adesso sei imbarazzato, ma presto supererai questa situazione”. Se non sono hacker etici questi.

 

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