05/05/2006 di Redazione

Bozza di legge UE per il futuro delle batterie

Gli esponenti politici del Parlamento Europeo hanno trovato un accordo per una nuova norma sul riciclo delle batterie portatili. I produttori saranno responsabili di tutte le operazioni.

Il cestino dei rifiuti non potrà essere più considerato la porta per l’oblio del consumismo tecnologico occidentale. Acquistare, consumare e buttare è diventato un ciclo inconscio dagli effetti collaterali devastanti, soprattutto per l’ambiente. Certamente la politica non è preoccupata dalla declinazione capitalistica, ma dal crescente inquinamento e le difficoltà di gestione degli agenti chimici nascosti negli oggetti ad uso quotidiano. Il Parlamento Europeo, martedì scorso, ha trovato un accordo, in quel di Bruxelles, per il riciclo delle batterie e la regolamentazione dei loro contenuti massimi di metalli pesanti. Un problema che pesa sulle coscienze ecologiste con le sue 160 mila tonnellate, del segmento consumer, 190 mila tonnellate, dell'industria, e 800 mila tonnellate dell’automotive. Una mole di accumulatori di ogni dimensione e potenza che ogni anno vengono acquistati all’interno della Comunità Europea, e che dopo accesi dibattiti hanno finalmente trovato una marcia funebre adeguata.

I rappresentanti comunitari hanno fissato come obiettivi il riciclo del 50% delle batterie prive di cadmio o piombo, del 75% di quelle che contengono cadmio e del 65% di quelle con presenza di piombo. Gli studi scientifici confermano, infatti, che il mercurio e il piombo sono in grado danneggiare severamente il sistema nervoso; il cadmio è cancerogeno. I produttori saranno chiamati ad un maggiore impegno nelle operazioni di raccolta e riciclo; solo le piccole e medie imprese verranno escluse dalla suddetta responsabilità. Inoltre, per la felicità dei consumatori, non si potranno pubblicizzare performance non riscontrabili, e sarà istituito l’obbligo di apporre ai prodotti etichette che specifichino in maniera dettagliata il contenuto chimico e la potenza.      

Quest’ultima misura non faceva parte della proposta originale, ma il Parlamento ha ritenuto che i consumatori avrebbero dovuto disporre di tutte le informazioni per scegliere batterie, ad alte prestazioni, che permettano una lunga durata”, ha dichiarato Johannes Blokland, il membro olandese del Parlamento Europeo che ha condotto il dibattito. “Le batterie economiche non necessariamente si dimostrano la migliore scelta per l’ambiente se hanno una durata troppo corta. Dal 2009 tutte le batterie e gli accumulatori dovranno mostrare etichette con la loro reale capacità”.

Concorda anche il Commissario europeo per l’ambiente, Stavros Dimas. “La Comunità Europea considera prioritaria la salvaguardia della salute e dell’ambiente, fortemente minata dai metalli pesanti presenti in questi prodotti. Questo è il momento per far entrare in vigore nuove norme riguardanti le batterie. Iniziare al più presto la raccolta e il riciclo, si tradurrà in un immediato miglioramento delle condizioni ambientali”.   

Quando la direttiva si trasformerà in legge – probabilmente nei prossimi mesi – gli Stati membri dovranno legiferare localmente, di conseguenza, entro i prossimi due anni. Ogni paese stabilirà, quindi, punti di raccolta e obbligherà i negozi ad organizzarsi per ricevere gratuitamente le batterie esauste dei clienti.

Certamente i produttori si ritroveranno ad avere a che fare con una “rivoluzione verde” piuttosto costosa – dato che il riciclo sarà completamente a loro carico. Le quantità di mercurio e cadmio utilizzabili saranno regolate severamente, ed inoltre ogni azione produttiva, distributiva e di raccolta, per la prima volta, dovrà essere registrata. Tutte le batterie dovranno essere rimovibili, e quindi finalmente potrà concludersi l’era dei gadget dotati di ricaricabile inamovibile, che poi dopo qualche anno il destino trasformava in soprammobili per l’impossibilità di utilizzo.

La previsione è che entro il 2012 almeno il 25% delle batterie esauste possa essere raccolto, e che il 50% di queste possa essere riciclato. Attualmente solo sei nazioni comunitarie dispongono di un sistema per la raccolta di tutti i tipi di batterie portatili esauste. Nel 2002 le statistiche avevano rilevato il loro rate di ritiro sul territorio: 59% in Belgio, 55% in Svezia, 44% in Austria, 39% in Germania, 32% in Olanda, e 16% in Francia.

scopri altri contenuti su

ARTICOLI CORRELATI