08/05/2012 di Redazione

Brevetti Java: Oracle vince a metà contro Google

La giuria ha emesso il primo verdetto nella complessa causa legale: l'azienda di Mountain View ha violato il copyright su Java, ma solo in nove righe di codice su 12 milioni. Pareri discordanti anche sull'intenzionalità del reato. Secondo il Wall Street J

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Google ha infranto il copiright di Oracle usando un'API Java per lo sviluppo di Android: la giuria federale della Corte di San Francisco ha condannato l'azienda di Mountain View, ma la società di Larry Ellison rischia di monetizzare poco da una battaglia legale che dura da mesi. La giuria, infatti, non è riuscita a deliberare all'unanimità sul "fair use", ossia sull'intenzionalità di Google di commettere il reato, e questo perchè Oracle avrebbe lasciato intendere alla compagnia di Larry Page che non fosse necessario pagare le licenze Java, o per lo meno non avrebbe posto l'obbligo inderogabile di pagarle per poterle usare.

Oracle ha vinto il primo round contro Google. Android ha violato il codice Java in 9 righe di codice su 15 milioni

A questo si aggiunga che, come precisato dal giudice Alsurp che ha presieduto la causa negli ultimi due anni, "non è stata riscontrata alcuna violazione di copyright fatta eccezione per le 9 righe di codice che Google ha apparentemente copiato", sui 12 milioni di righe che compongono il programma. Per questo motivo dopo avere letto il verdetto e avere congedato la giuria, il giudice ha respinto la richiesta di Oracle riguardante i rimborsi calcolati sui profitti provenienti dalla violazione, definendola "al limite del ridicolo".

Stando a quanto calcolato dal Wall Street Journal, quanto emesso dal dibattimento potrebbe fruttare ad Oracle un risarcimento massimo di 100.000 dollari e non di 2,6 miliardi di dollari che erano stati chiesti. Dopo due anni di causa un placebo che non copre nemmeno le parcelle degli avvocati.

Il giudizio incompleto della giuria ha comunque portato Google a chiedere l'annullamento del processo perché una sentenza parziale è interpretabile come un errore giudiziario. Per capire, la giuria avrebbe dovuto deliberare la scorsa settimana, ma venerdì il giudice era stato informato che situazione era all'impasse e non era possibile raggiungere l'unanimità. Alsurp ha quindi prorogato a lunedì il verdetto per dare tempi ai giurati di meditare nel fine settimana, ma il tentativo è andato a vuoto.

Un portavoce di Google ha commentato che l'azienda apprezza "gli sforzi della giuria, e ha capito che l'uso equo e la contraffazione sono le due facce della stessa medaglia. La questione centrale in questo caso è se le API sono coperte da copyright, ed è compito del giudice deciderlo", per concludere poi specificando di aspettarsi di "prevalere su questo tema e sulle altre pretese di Oracle".

Oracle ha risposto che "l'azienda, i nove milioni di sviluppatori Java e l'intera comunità Java ringraziano la giuria per il verdetto in questa fase del caso. Le prove schiaccianti hanno dimostrato che Google sapeva che aveva bisogno di una licenza e che non era autorizzata a usare Java per lo sviluppo di Android. Tutte le grandi aziende, tranne Google pagano le licenze per Java".


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