04/04/2018 di Redazione

Bug Spectre, Intel lascia alcuni processori a bocca asciutta

Le vecchie Cpu Penryn, Yorkfield, Wolfdale, Bloomfield, Clarksfield, Jasper Forest e Atom “Sofia” non riceveranno l’aggiornamento del microcode per risolvere la variante numero due della vulnerabilità. L’azienda aveva promesso di sviluppare patch per tutt

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Intel ha deciso di “abbandonare” alcune Cpu al loro destino. La casa di Santa Clara ha annunciato che per alcune vecchie tipologie di processori non saranno sviluppate patch per il bug Spectre, la grave vulnerabilità emersa a inizio anno (insieme a Meltdown) in grado di attaccare i computer compromettendo le funzionalità di esecuzione speculativa delle Cpu. In origine Intel aveva promesso correttivi per tutti i propri prodotti arrivati sul mercato negli ultimi dieci anni, ma nelle ultime ore ha pubblicato un documento di guidance che conferma il cambio di direzione. Al momento è certo che gli aggiornamenti del microcode non verranno distribuiti per: Penryn (2007), Yorkfield (2007), Wolfdale (2007), Bloomfield (2008), Clarksfield (2009), Jasper Forest (2010) e Atom “Sofia” (2015). I motivi principali che hanno causato questo dietrofront sono principalmente tre, almeno secondo quanto dichiarato dalla stessa azienda californiana.

Innanzitutto, le caratteristiche specifiche di queste architetture, che rendono impossibile applicare patch stabili capaci di mitigare con successo la variante numero due di Spectre. In secondo luogo, l’ormai limitata disponibilità di software supportato. Infine, un gran numero di questi processori si trova all’interno di sistemi chiusi e i rischi di un attacco dovrebbero essere inferiori. È probabile però che la vera motivazione dello stop di Intel sia un’altra.

In fin dei conti si tratta di Cpu ormai molto datate e l’aggiornamento del microcode è soltanto la prima fase del processo: la casa di Santa Clara, una volta completato il lavoro, dovrebbe poi girare la patch ai produttori di schede madri e agli sviluppatori di sistemi operativi (Microsoft in particolare). Ed è difficile convincere queste realtà dell’importanza di aggiornare piattaforme così vecchie e dalla circolazione limitata.

L’unica famiglia di chip abbastanza recente è Atom “Sofia”, lanciata nel 2015 per provare ad aggredire il mercato dei dispositivi mobili. Senza però riuscirci, come testimoniato (se ancora ce ne fosse bisogno) dalla fresca cessione di Wind River al fondo Tpg, dopo un’acquisizione portata a termine nel 2009 al prezzo di 884 milioni di dollari. I processori Atom “Sofia” sono poi stati ritirati un anno dopo a causa del loro scarso successo. Il rischio effettivo per la sicurezza degli utenti derivante dalla circolazione di questi prodotti dovrebbe, quindi, essere molto circoscritto.

 

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