18/05/2010 di Redazione

Cisco fornirà i goal del mondiale virtualizzati

Per il prossimo Campionato del Mondo di Calcio in SudAfrica Cisco metterà in ballo la tecnologia di Network Positioning System per bilanciare i carichi dei vari data center e garantire che ciascun utente veda il goal che vuole sulla Tv, sul computer o sul

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Fra un mese saremo attanagliati dal goal, aggrappati al televisore, incardinati al pc, bramosi di intuire i fantasmi delle azioni di gioco sul microschermo dello smartphone.

E' il Mondiale, bellezza, e al goal non si comanda.

Saremo sommersi dai video delle partite del Campionato del Mondo di calcio in SudAfrica, le cercheremo e brameremo come e quando vorremo. Una differenza epocale rispetto anche solo al mondiale in Germania di quattro anni fa.

La diffusione virale dei device mobili capaci di ricevere trasmissioni video digitali. Le offerte degli operatori che hanno acquisito i diritti di trasmissione delle partite e che vorranno saturare e rendere disponibile lo spettacolo non una volta, come pochi anni fa, ma on demand affinché chiunque veda ciò che vuole quando vuole e sullo strumento che preferisce o si trova tra le mani. Pagando s'intende e con un po' di pubblicità per sovramercato.

Cape Town Stadium


E' il Mondiale, bellezza, e al goal non si resiste.

Ciò detto, la domanda sorge spontanea: se in un determinato momento decine e decine di migliaia di persone al mondo chiedono la stessa cosa, lo stesso spettacolo, da posti diversi e lontanissimi, su device diversissimi, chi potrà soddisfare una tale domanda di byte?

E' il quesito che si è posto Laurence Cruz che ha girato la domanda a Kelly Ahuia, senior vice president di Cisco Service Provider Routing Technology Group. E la risposta è stata la descrizione della sfida che Cisco correrà proprio in occasione del World Cup sudafricano. Non c'è stato mai un evento finora della durata e complessità come quella del prossimo Mondiale. E sarà allora che Cisco metterà in campo una strategia di "virtualizzazione" che ha sperimentato nei propri data center.

"E' una sorta di reingegnerizzazione di Internet che fornirà esperienze video utilizzando reti, data center e Cloud computing per qualunque strumento: schermo Tv, schermo di un pc o schermo di un device mobile", dice Ahuia.

Cisco ha sperimentato nei propri data center ciò che chiama Unified Computing System che utilizza in modo intelligente le risorse di rete, di calcolo e memorizzazione raggruppate e virtualizzate a grappolo e rese disponibili dove serve. Lo ha sperimentato per analizzare paghe e stipendi oppure per fornire servizi video broadcasting. Ora questa esperienza, fatta per l'una o l'altra azienda, viene estesa all'intero Globo come una Wide area virtualization. Una sorta di estensione logica della sua strategia precedente di iterazione dei video che era focalizzata sulla infrastruttura di comunicazione. "Ma ora non è questione di network o di instradamento dei dati - commenta Ahuia - ma della convergenza di network, calcolo, memorizzazione che guidano la virtualizzazione".

Moses Mabhida Stadiun, Durban RSA - {Busy - Job Change}


In pratica la cosa funziona così. Si basa su ciò che Cisco chiama Network Positioning System (NPS), una caratteristica che fa parte del CRS3 che Cisco ha annunciato di recente e che permette di  interagire con i data center in un modo diverso rispetto al passato. NPS utilizza i protocolli d'instradamento, le policy dei database e altre informazioni per trovare la strada più breve per virtualizzare le risorse che servono a fornire i video all'utente finale.

NPS può bilanciare e organizzare le proprie risorse a livello mondiale tra i vari data center: se in una zona del mondo si crea una particolare domanda e il data center più vicino non ce la fa, interviene un secondo, aggiuntivo, con proprie risorse virtualizzate.

Se in Europa si crea un picco di richieste per una partita, un'azione, un goal sarà NPS a rendere il network capace di riconoscere questa richiesta di contenuto e a renderla disponibile nel punto più vicino. In questo modo l'operatore di rete che fornisce il servizio di distribuzione risparmierà molti soldi pur fornendo al meglio il proprio servizio.

E', insomma, una modalità molto diversa di quella solita: un utente chiede, la sua domanda arriva in SudAfrica, viene accodata e il server risponde. Ma se le richieste contemporanee sono eccessive non c'è network al mondo che possa reggere. E allora, divide et impera.

Le repliche virtualizzate sui vari data center che in modo intelligente si scambiano le risorse, complessivamente intese, garantiranno che a ciascuno arrivi lo spettacolo che ha richiesto e pagato.

Però l'esperimento, in così grande scala e in queste dimensioni, non è ancora mai stato tentato. E quindi il rischio di una figuraccia se l'accolla tutto Cisco.


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