Favorevoli o contrarie, le aziende non possono evitare di confrontarsi con il tema caldo di questi mesi, ovvero il cloud computing: a fare il punto della situazione ci provano due report indipendenti tra loro, ma con interessanti punti di sovrapposizione, a firma di NetApp e Symantec.
Cloud adoption, benefits and strategy, l'indagine qualitativa di NetApp, commissionata a IDG Research Service, ha coinvolto 113 responsabili IT americani membri del Cio Forum che attraverso Linkedin hanno risposto a domande circa la strategia cloud adottata dalle proprie aziende. Che il passaggio al cloud stia avvenendo, e con una certa rapidità, è un dato incontrovertibile: l'86% degli intervistati sta implementando o pianificando progetti in tal senso; la maggior parte prevede una crescita degli investimenti aziendali destinati al cloud entro i prossimi 12 mesi.
Il risparmio medio stimato per ciascuna azienda già transitante dalla nuvola è di 346mila dollari: in particolare, il 65% dei responsabili IT ha ottenuto una più veloce distribuzione delle applicazioni, il 53% ha sostituito o rimosso le infrastrutture legacy e il 52% è stato in grado di introdurre più velocemente nuovi prodotti o servizi.
E proprio la riduzione dei costi è tra i principali fattori che motivano ad adottare il nuovo modello, accanto alla maggiore flessibilità e alla possibilità di rapido provisioning di nuove applicazioni e servizi.
"Così come il consolidamento e la virtualizzazione dell'ambiente server migliorano l'efficienza dell'IT - questo il parere di Antonio Lupo, Marketing Manager di NetApp per l'Italia - lo storage è l'elemento chiave di ogni infrastruttura cloud e può contribuire al successo di un azienda oppure ostacolarlo, se non viene valutato con attenzione".
È importante, quindi, che l'evoluzione dell'infrastruttura IT sia ben pianificata, possibilmente con un approccio che coinvolga tutti i comparti dell'azienda: e invece solo il 37% degli intervistati dichiara di aver progettato una strategia cloud a livello aziendale, anzichè semplicemnte a livello di business unit o dipartimento.
L'indagine di Symantec ha invece esplorato non solo lo stato dell'arte per quanto riguarda il passaggio al cloud da parte delle aziende – 38 i Paesi coinvolti nella survey –, ma anche il rapporto fra aspettative e risultati concretamente ottenuti dopo i primi passi mossi sulla nuvola.
A condurre la survey per conto del produttore di security software è stata Applied Research, che ha intervistato fra aprile e luglio dello scorso anno ben 5.300 professionisti IT appartenenti a piccole e medie imprese e ad aziende di classe enterprise.
I principali risultati dell'indagine Symantec, svolta su oltre 5mila responsabili IT
I risultati relativi alle aziende italiane riflettono con pochi scarti percentuali la media globale delle risposte, ed evidenziano un dato di fondo:
la sicurezza è allo stesso tempo il primo obiettivo di un eventuale passaggio al cloud e la prima, principale preoccuupazione. Le aziende, insomma, sul tema della sicurezza sono combattute.
L'83% degli intervistati italiani (il dato globale è 87%), infatti, pretende dalla nuvola una maggiore protezione ai dati aziendali, ma è anche consapevole della necessità di alzare le difese contro rischi potenziali quali malware (citato nel 51% dei casi), furti di dati da parte di hacker o dipendenti disonesti (56%) e perdita di informazioni confidenziali a causa di un uso scorretto del cloud (55%).
“I risultati della survey convalidano quello che ci dicono i nostri clienti – ha dichiarato F
rancis deSouza, group president, enterprise products and services di Symantec –. La sicurezza è una delle loro maggiori preoccupazioni quando si tratta di passare al cloud. Per essere tranquille, le aziende IT devono prendere delle misure per assicurare di avere la stessa visibilità e lo stesso controllo delle loro informazioni e applicazioni, sia che queste risiedano nel cloud sia che risiedano nella loro infrastruttura.”
Aspettative a parte, i dati reali indicano una
transizione verso i servizi virtualizzati ancora parziale e non sempre soddisfacente. Oltre la metà del campione italiano, il 56%, ha dichiarato che lo staff IT della propria azienda non è ancora pronto per il cloud (solo nel 12-13% delle risposte il personale è stato valutato molto preparato) e il livello formazione è generalmente basso, tant'é che solo il 25% dei responsabili ha già avuto qualche esperienza con il nuovo approccio.
Un vuoto che le aziende stanno temporaneamente colmando rivolgendosi, nei quattro quinti dei casi, a risorse esterne come value added reseller, consulenti indipendenti, vendor di servizi professionali o system integrator.
Ultima osservazione riguarda lo scarto fra sogno e realtà sperimentato dal 73% di intervistati italiani le cui aziende sono già "volate sulla nuvola":
non sempre le attese legate all'adozione del cloud si trasformano poi in vantaggi reali. L'83% dei responsabili si aspettava di sperimentare, con il passaggio tecnologico, una maggiore agilità IT, ma solo il 41% ha dichiarato di aver raggiunto l'obiettivo.
Il consiglio di Symantec è quello di considerare transizioni graduali, partendo magari da una selezione di servizi, prima di far transitare verso il nuovo metodo di gestione le applicazioni business-critical. E poi bisogna avere pazienza: quello del cloud è un mercato ancora poco maturo, le cui soluzioni si stanno ancora sviluppando ed evolvendo.