24/07/2015 di Redazione

Cloud, Google archivia e scongela dati “freddi” in pochi secondi

Big G ha lanciato il servizio low cost Storage Nearline, che permette di conservare fuori dai data center aziendali informazioni poco utilizzate. Accelerati al massimo i tempi di recupero: dalla richiesta al primo byte ricevuto passano tre secondi. La vel

immagine.jpg

In questi giorni di caldo intenso, è opportuno mettere al riparo i dati “freddi”, vale a dire tutte quelle informazioni a cui si accede di rado, ma che è comunque fondamentale conservare. Battute a parte, quello lanciato ufficialmente poche ore fa da Google è un servizio che va proprio in questa direzione. Si chiama Cloud Storage Nearline ed è una soluzione low cost svelata già qualche mese addietro da Big G, ma che ha abbandonato la versione beta ed è ora disponibile al grande pubblico. La novità portata da Nearline non è la caratteristica del servizio in sé, in quanto sul mercato esistono già piattaforme simili, come Amazon Glacier: le caratteristiche vincenti, invece, sono la velocità e la latenza, praticamente ridotta a zero. Dalla richiesta di un dato “freddo” alla disponibilità del primo byte passano, secondo quanto dichiarato da Google, tre secondi circa. Con Amazon Glacier sono invece necessarie diverse ore.

E la velocità di accesso si attesta a 4 MB al secondo per ogni terabyte di storage per singolo progetto. Per quanto riguarda il prezzo, sono presenti costi legati sia all’upload dei file che alla loro lettura, seguendo praticamente lo stesso schema del servizio di Amazon. Per usufruire di Nearline, si paga un centesimo di dollaro per gigabyte al mese. Questo solo per archiviare i dati. In caso si dovesse rendere necessario l’accesso – che, come detto, è comunque poco frequente proprio perché si tratta di informazioni “fredde” –, si dovrà sborsare un altro centesimo per gigabyte recuperato, con una sorta di penale in caso di cancellazione o sostituzione degli stessi dati prima dei trenta giorni.

Infatti, se viene caricato ad esempio un petabyte e poi rimosso dopo 15 giorni, si dovrà comunque pagare per tutto il mese completo di utilizzo. Per confrontare i prezzi di Amazon Glacier, si può invece fare riferimento a questa pagina Web. L’unica “pecca” evidenziata finora dagli osservatori è l’uptime del 99%, inferiore rispetto a prodotti come Compute Engine, sempre di Google, che arriva a una disponibilità totale del 99,95%.

 

Fonte: Google. Il grafico mostra la velocità di accesso ai dati "freddi"

 

Ma questo è il prezzo da pagare per un servizio ceduto a costo contenuto (circa la metà rispetto alle soluzioni di cloud computing di Big G). La disponibilità generale di Nearline non è l’unica novità annunciata in queste ore dalla casa di Mountain View. Come detto, la velocità standard di lettura dei dati è di 4 MB al secondo per ogni TB. Quindi, un archivio di tre terabyte posizionato nella stessa sede viene letto a 12 MB al secondo. Con On-Demand I/O, invece, è possibile aumentare il throughput nelle situazioni in cui è richiesto un recupero più rapido dei file.

Un caso classico è il disaster recovery, quando diventa necessario tornare in possesso velocemente dei dati per ripristinare un servizio aziendale. Google fornisce alcune raccomandazioni importanti sull’utilizzo di questa funzione: ad esempio, On-Demand I/O non si attiva in modo istantaneo e non è consigliabile avviarlo e arrestarlo in continuazione. Infine, Big G ha introdotto al grande pubblico anche il Cloud Storage Transfer Service, conosciuto in precedenza come Gcs Online Cloud Import, che permette il trasferimento di dati da altri servizi di archiviazione sulla nuvola, tra cui Amazon Simple Storage Service (S3) e, più in generale, da altre piattaforma Http o Https.

 

 

Tra le funzionalità della nuova soluzione di Mountain View, è presente la possibilità di configurare i “traslochi” one-shot oppure secondo una programmazione fissa, così come l’opzione di trasferire dalla sorgente soltanto le nuove informazioni. Ovviamente, non è preclusa la possibilità di spostare dati tra gli stessi contenitori attivi sulle risorse cloud di Google.

 

ARTICOLI CORRELATI