19/12/2013 di Redazione

Con Vodafone Italia la sicurezza passa dal carrier

Sfruttando i dati di Kaspersky Lab e Symantec, in sei mesi, il servizio di Rete Sicura lanciato da Vodafone ha bloccato 3 milioni di minacce sul Web e oltre 130mila virus per dispositivi mobili.

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La sicurezza digitale passa non solo dai vendor specializzati in questo, ma anche dagli operatori di telecomunicazione. L’esperimento lanciato sei mesi fa da Vodafone Italia, cioè il servizio Rete Sicura, oggi sembra ben più di un esperimento: 3 milioni le minacce su Web intercettate; oltre 130mila i virus e programmi indesiderati rivolti a smartphone e tablet rilevati nel corso di metà anno. Quotidianamento Vodafone filtra 16,7 Terabyte di traffico dati prodotto dagli oltre 500mila utenti attivi in Italia su rete mobile, clienti fra cui figurano anche 50mila aziende.


L’investimento per realizzare la piattaforma si integra nel piano da 900 milioni di euro sostenuto ogni anno da Vodafone per lo sviluppo di tecnologie, reti, infrastrutture e piattaforme evolute. In questo caso, un investimento che pare ripagato: a detta del carrier, infatti, il 75% degli utenti ha dichiarato di apprezzare il servizio, e in particolare le sue funzionalità di navigazione protetta (citata dall’85% dei clienti) e il parental control (70%).

Tra i vantaggi ci sono la compatibilità con tutti i principali sistemi operativi in commercio, la semplicità di utilizzo (Rete Scura non richiede di installare software né di eseguire configurazioni) e il fatto che l’applicazione in influisca sulla durata delle batterie e sull’utilizzo di smartphone, tablet e PC.

Fra le attività malevole rilevate dal servizio in questi sei mesi, la tipologia più frequente, corrispondente al 53% dei casi, sono i trojan. Seguono virus e adware su sistema operativo Android (14%) e su Windows (10%). Con il parental control, il servizio a tutela della navigazione dei più giovani, è stato possibile bloccare l’accesso a oltre 3 milioni di siti e contenuti Web a rischio, social network (71%), loghi e suonerie (7%), contenuti pornografici (6%).

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