01/03/2012 di Redazione

Consumi in altalena, l'hi-tech arranca. Si salva il mobile

L’ultimo report di Gfk relativo al quarto trimestre 2011 mostra un calo generalizzato del 10% negli acquisti di prodotti tecnologici in Italia. Ma con forti discrepanze: soffrono elettronica di consumo e il segmento office, crescono informatica e telefoni

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Non è un crollo verticale, ma piuttosto un andamento da montagne russe quello mostrato dai consumi di tecnologia made in Italy in questi ultimi tempi: l’indagine di Gfk sul quarto trimestre 2011 rivela una contrazione delle vendite globali di quasi il 10% (-9,8%), che porta la media complessiva dell’anno a -8,7 per cento. Il trend generale è dunque negativo, ma le performace delle singole categorie di prodotto sono state tutt’altro che omogeneee.

 

Il controvalore degli acquisti di beni tecnologici in Italia è stato pari a 18,7 miliardi di euro, di cui solo 5,7 incassati negli ultimi tre mesi, un periodo solitamente più ricco grazie al traino dei regali natalizi e invece, nel 2011, inferiore addirittura ai livelli di spesa del 2008.

 

Cos’è successo? Sulle cause di fondo, con la ben nota crisi economica, nessuno più si interroga, ma è interessante notare le discrepanze fra segmento e segmento a cui accennavamo. Secondo l’indagine Temax (Technical Market Index) realizzata da GfK Retail and Technology con metodo quantitativo e continuativo, solo due settori riportano segno positivo, un segno comunque deciso: l’informatica, le cui vendite sono cresciute di quasi il 10% (9,9%) per un controvalore di 1,165 milioni di euro, e la telefonia, a +6,6 per cento e 1,1 miliardi di euro.


E il merito, prevedibilmente, è da attribuire alla categoria smartphone e a quelli che Gfk classifica come Web-book, ovvero tavolette multimediali, e dunque tablet ed ebook reader. Il ruolo chiave, nel mercato ancora in fase acerba dei dispositivi a forma di tavoletta, lo giocano gli early adopters, che hanno contribuito a generare un fatturato più che raddoppiato rispetto a quello dell’ultimo trimestre 2010.


Meno impressionati le performace dei notebook, la cui domanda continua a crescere ma è condizionata, quanto alla scelta del modelli, dalle attività promozionali del punto vendita e dalla presenza di un dato sistema operativo e dunque di date applicazioni.

 

Un elemento che, secondo Gfk, oggi influenza il mercato più che in passato. Per quanto riguarda la telefonia, il successo degli smartphone e dei relativi accessori è bilanciato in negativo dai telefoni più tradizionali, progressivamente sostituiti dai modelli più evoluti.


Le vere nuvole nere, nel cielo dei beni tecnologici consumer, sono su tutti gli altri comparti: piccoli elettrodomestici e home comfort, le cui vendite nel trimestre in esame sono calate del 9,3%, office equipment (-9,7%), grandi elettrodomestici (-13,6%), fotografia (-20,6%) ed elettronica di consumo, addirittura a -26,7 per cento.


Soffrono, insomma, quelli che la società di ricerca definisce prodotti “storici”, tradizionalmente già posseduti dall’utente comune (a differenza di tablet e smartphone evoluti) e meno soggetti alla pressione del ricambio.

 

Tra le apparecchiature per l’ufficio, cala in particolare il fatturato delle stampanti, anche per la costante diminuzione del prezzo medio nel segmento delle inkjet, mentre in positiva controtendenza troviamo i videoproiettori - con l’emergente business dei pico projectors - e gli scanner. Il -20% delle macchine fotografiche, per quanto consistente, nasconde dinamiche non del tutto negative, poiché alle deludenti vendite delle compatte si oppone la crescita di reflex e mirrorless.

 

Fanalino di coda, l’elettronica di consumo risente di una generale saturazione della domanda,appena smossa dalla necessità di acquistare nuovi apparecchi televisivi nelle regioni interessate dal passaggio al digitale terrestre. E il comparto, nell’ultimo quarto dell’anno trascorso, ha smosso soltanto 1,36 miliardi di euro.



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